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Cronaca
18.07.2018 - 16:220
Aggiornamento: 20.07.2018 - 13:32

"Io che assumo solo residenti e ho dato possibilità a chi era in assistenza"

Mario Sensi nella sua azienda di giardinaggio applica 'Prima i nostri'. "Comuni e Cantone, favoriteci"

GUDO – È una piccola azienda, ma ha voluto dare i posti di lavoro disponibili a ticinesi: a qualcuno che era in assistenza da anni, a qualcuno che era stato licenziato per far posto a un frontaliere, a un giovane appena formato. Mario Sensi, della Sensi Giardini, ci racconta la sua filosofia.


“Sono leghista, e voglio dare il buon esempio, assumendo i nostri. Non sempre nemmeno noi di questa fede politica lo facciamo”, esclama.


Gli chiediamo di parlarci della sua azienda. “Siamo in cinque. Ci sono un aiuto giardiniere e tre giardinieri diplomati, oltre a me. Uno dei giardinieri è mio figlio, ormai lavora da quasi vent’anni con me. L’aiuto giardiniere ha 52 anni, era in assistenza, non trovava un posto di lavoro, d’altronde si sa che a quell’età è difficile. Ho deciso di assumerlo io, pur essendo lui una persona un po’ problematica. Sono contento di lui, perché gli ho dato un’opportunità, e mi ricambia lavorando duro. L’altro giardiniere ha 53 anni, a novembre scorso è stato licenziato da un’altra ditta, che con una ristrutturazione interna ha eliminato i più anziani per assumere i frontalieri. Infine abbiamo un 20enne che ha appena finito gli studi. Lui avrebbe trovato il posto, ma per gli altri era complicato”.


La sua è una scelta etica e politica, afferma Mario Sensi, che ha ricevuto comunque tante candidature da parte di frontalieri. “Chi li assume fa i propri interessi, io faccio i miei e quelli dei ticinesi che lavorano per me. Avrei potuto spendere di meno, è vero, e prendere i frontalieri. Sono più facilmente gestibili, dato che il contratto collettivo è più facilmente aggirabile con un contratto a ore o addirittura a chiamata. Col ticinese bisogna rispettare tutte le tariffe. Sono felice della mia scelta, faccio fatica a andare avanti, ma lo sono e spero che altri seguano questa strada, sennò la situazione non migliorerà. Si dice che la disoccupazione è stabile, ma in realtà chi finisce in assistenza non fa statistica”. Un po’ come l’uomo a cui ha dato la possibilità.


Gli domandiamo com’è il suo settore. “Si sta sostituendo il diplomato col frontaliere, che magari è anche diplomato in agronomia, non dico di no, ma viene assunto come aiuto giardiniere senza esperienza, aggirando facilmente il contratto collettivo di lavoro”.


La sua rabbia non è contro i lavoratori italiani. “Assolutamente no, non ce l’ho con loro. Sono persone che si alzano presto la mattina e fanno chilometri di strada, fanno una vita dedicata prevalentemente al lavoro, visto che dopo l’orario noi andiamo a casa, mentre loro hanno ancora un’ora almeno di strada”.


Il suo messaggio va ai datori di lavoro. “Quando ci si trova in difficoltà, bisogna raschiare il fondo per ripartire. Se vogliono assumere frontalieri, che lo facciano! Prima o poi si toccherà il fondo, non si potrà andare più in giù e si tornerà un passo indietro, assumendo di nuovo i nostri. L’economia gira anche coi nostri”. Insomma, per Sensi fra qualche anno la situazione cambierà.


Non tutti i suoi clienti premiano la scelta, anche se la maggior parte sì. “Tanti apprezzano il cambio di rotta e passano parola, ad altri non importa. Nessuno mi ha mai detto in faccia che non voleva la mia ditta perché devo tenere i prezzi un po’ più alti, me ne accorgo perché non mi chiamano l’anno dopo. Per fortuna, non sono molti i casi. Ritengo auspicabile che Cantoni e Comuni diano la precedenza ad aziende che impiegano solo residenti”.

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