BELLINZONA – Il post che abbiamo definito shock di ieri di un’utente Facebook, in cui chiedeva di togliere i diritti, tra cui quello allo studio, il divorzio ed altri ancora, ha suscitato reazioni.
Il primo a commentare il nostro articolo è stato il leghista Massimiliano Robbiani, facendo intendere che non solo chi era nelle Piazze sentiva la necessità di rivendicare la parità: “Le donne che non hanno scioperato sicuramente avevano di meglio da fare. Magari semplicemente il dovere di lavorare e compiere quelle attività tali da poter far andare avanti la società. Società composta da uomini e donne. Già che certi ragionamenti hanno rovinato le buone intenzioni iniziali sul perché dello sciopero. Conviviamo pure con questa ignoranza”.
E altri utenti, soprattutto donne, gli hanno dato ragione. “Vallo a dire a infermiere, dottoresse , aiuti domiciliari ecc ecc ecc... vediamo se lo sciopero era più importante dei doveri verso le persone ed i pazienti!!! E comunque... il rispetto delle scelte altrui ( fare o non fare sto sciopero), dovrebbe essere alla base di tutto, senza che nessuno si possa permette di dire che chi non ha potuto o voluto scioperare si merita l’abrogazione di questo e di quello! Sinceramente, come donna, mi vergogno che una donna abbia detto queste cose, proprio nel rispetto di chi ha dovuto o voluto lavorare!!!”, è un duro attacco.
“Cara "Sigra" Io non ho partecipato allo sciopero perché lavorando in casa anziani non potevo permettermelo!!! Oppure preferiva che io e tutte le mie colleghe lasciavamo gli anziani senza cure, cibo e acqua per venire a Bellinzona???!!! Si vergogni e rifletta su quanto scritto!!!”, scrive un’altra donna.
E una terza: “Io non ho scioperato. A determinate condizioni il mio datore di lavoro ha dato a tutte le donne la possibilità di presenziare, ma oltre a lavorare al 100% sono una mamma single con un genitore in ospedale. La signora che si è espressa in questo modo è superficiale e non molto intelligente, ma la pregherei di non generalizzare perché io sono impiegata dello stato ma il mio c--o è tutt’altro che al caldo!”.