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Cronaca
25.02.2020 - 08:420

Coronavirus, Cavalli: "Non è la peste. E chiudere le frontiere non serve"

L'oncologo dice la sua: "L'unica soluzione prudente era proibire i carnevali e le manifestazioni sportive"

LUGANO – "Il coronavirus non è la peste. È un'epidemia non molto più pericolosa dell'influenza normale". Sono le parole dell'oncologo Franco Cavalli, intervenuto ieri ai microfoni di TeleTicino nel corso del tg speciale dedicato al virus dopo l'esplosione di casi nel nord-Italia.

"È evidente – spiega – che la maggior parte dei morti per il coronavirus sono persone anziane e già malate. Ecco perché bisogna evitare reazioni isteriche". Il presidente dell'Ordine dei medici cantonale Franco Denti ha affermato a Liberatv (vedi articoli suggeriti) che "chiudere temporaneamente le frontiere potrebbe essere una soluzione per far stabilizzare la situazione in Lombardia e per consentire al Canton Ticino di prepararsi adeguatamente all’emergenza”. Misura, questa, non condivisa da Cavalli. "Se lasciassimo fuori i frontalieri – dice a TeleTicino – dovremmo chiudere gli ospedali, visto che il 25% del personale di cura viene da oltre confine. Non è chiudendo le frontieri che evitiamo il problema".

Il ministro Raffaele De Rosa ha spiegato in conferenza stampa di non voler imporre nessuno stop agli eventi pubblici. Decisione non digerita dall'oncologo, secondo cui "l'unica cosa da fare era proibire tutti i carnevali e le manifestazioni sportive".

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