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Cronaca
30.05.2020 - 17:200

"Non è ancora ora di parlare di aprire le discoteche. Col lido sono fiducioso di salvare la stagione"

Mirko Jemini gestisce il Temus e il lido di Agno. "Noi siamo chiusi in estate, ma credo che nessuno apra con queste norme e la chiusura alle 24. Per quanto concerne il lido il discorso è diverso"

AGNO – Aprire le discoteche con quelle regole non ha alcun senso, mentre ci sono speranze per i lidi grandi come quello di Agno. Mirko Jemini, responsabile del Temus e del lido di Agno, appunto, ha uno sguardo sui due mondi e con lui facciamo il punto dopo gli ultimi allentamenti in ordine di tempo da parte del Consiglio Federale.

Si aspettava la possibilità di riaprire le discoteche?

“Perché, c’è un’apertura? (ride, ndr). Penso che non abbia nessun senso e che nessuno prenda in considerazione queste norme. È come se non si fosse deciso niente”.

Vi disturba solo l’orario di chiusura o è una questione anche di norme?

“In particolare pensiamo agli orari, non siamo più negli anni ’80 dove a mezzanotte si andava a casa, anzi a quell’ora si arriva. Poi ovviamente anche le norme ci mettono in difficoltà. Ha senso che un ristorante apra col distanziamento sociale, per mangiare si può, ma una discoteca è fatta per ballare e credo che non esista nessuna forma di divertimento di massa a due metri di distanza. Abbiamo già molte regole nel nostro settore, non ce ne servono altre”.

Cosa vi aspettavate dal Consiglio Federale, norme diverse?

“Visto che oltre ad un locale notturno gestisco anche un lido, stavo aspettando un via libera almeno per la balneazione durante l’estate. Ero concentrato su quello, il Temus comunque durante l’estate è chiuso e non mi stavo ponendo il problema. Altri colleghi? Penso che nessuno abbia intenzione di aprire le discoteche. Sarebbe impossibile sostenere certi costi per un’ora di apertura”.

Come possiamo spiegare la chiusura imposta alle 24? Come se il virus si potesse contrarre solo prima di quell’ora…

“Non capisco perché hanno messo questo limite. Stanno iniziando a togliere delle restrizioni ma per me non è ancora il tempo di parlare di divertimento e di discoteche, in un mondo come quello della notte è impossibile far rispettare alcune regole. Ritengo che in Ticino non si possa gestire una discoteca di massa con queste regole: solo il Vanilla potrebbe, volendo, mantenere le distanze. Tutti gli altri locali del Cantone sono troppo piccoli. Sarebbe come andare in un posto con capienza di 200 persone e farne entrare 20, non si potrebbe né lavorare né cambiare ambiente. Non parliamo poi dei costi…”

Non vi fa effetto che invece sia stata data via libera ai locali erotici?

“No, sono due mondi completamente diversi. Ci può stare che loro aprano, stiamo parlando di una prostituta e un cliente, ciascuna coppia ha il suo tavolo privato. Non c’entra nulla con le persone che vanno in discoteca”.

Parlava del lido di Agno, lì a che punto siamo?

“Oggi abbiamo aperto come ristorazione, invece al 6 partiremo con la balneazione. Non vedo grandi problemi perché abbiamo tutti i metri possibili, possiamo distanziare nettamente i tavoli. Aspettiamo le direttive per spogliatoi e docce perché probabilmente chi fa il bagno nel lago vuole usarli. Da noi ci sono postazioni fisse con sdraio a pagamento, sono dunque già a 10 metri una dall’altra, se qualcuno si infila in mezzo con gli asciugamani non ci saranno problematiche particolari. Quando si ha a che fare con strutture pubbliche dove c’è un’entrata è tutto molto più gestibile, si ha il contatto con chi entra, si parla con chiunque, si possono al limite prendere i nominativi. Fiducioso? Abbiamo tutte le speranze di salvare la stagione, calcolando che i lidi cominciano a lavorare più che altro quando finiscono le scuole, e c’è ancora un po’ di tempo”.

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