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23.05.2016 - 09:550
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Piazzini, «Lugano ha perso negozi e ne perderà ancora, ma non è colpa degli affitti»

Il presidente cantonale della Camera ticinese dell’economia fondiaria spiega che «è cambiata la domanda, e talvolta i ricavi non coprono neppure gli stipendi. Le nostre piazze non sono più appetibili»

LUGANO - I negozianti fuggono da Lugano a causa degli affitti troppo alti, ed essi vanno dunque diminuiti? Era la tesi dell’Associazione svizzera inquilini, su cui non è d'accordo Gianluigi Piazzini, presidente cantonale della Camera ticinese dell’economia fondiaria (Catef), intervistato oggi da La Regione. Gli affitti sono una componente, ma è soprattutto il cambiamento del mercato a determinare la crisi e la conseguente chiusura di diversi negozi. Sono andati via «gruppi che, a fine contratto, hanno deciso di andare su altri mercati. Lugano ha quindi perso e perderà ancora, per un cambiamento soprattutto della domanda. Non solo perciò per i negozi più prestigiosi, ma anche per quelli che finora tenevano e che ora non ce la fanno più. I proprietari si sarebbero sicuramente seduti a trattare». «La domanda non era più sufficiente a coprire i costi», prosegue. «Stanno cambiando le valutazioni sul mercato. Le nostre piazze non sono più appetibili e la domanda non è più sufficiente per coprire una presenza e una cifra d’affari prospettata». «Purtroppo quando le zone di un certo prestigio, come possono essere via Nassa e via Pessina a Lugano o piazza Grande a Locarno, si svuotano, ciò non è dovuto al canone di locazione», pensa Piazzini. «Sono decisioni di gruppi o società anonime a seguito dell’impossibilità di coprire anche solo gli stipendi del personale». Lo sviluppo dell'e-commerce, per esempio, sta portando alla perdita di alcuni tipi di clientela.
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