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Cronaca
16.01.2017 - 21:520
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

La mamma ha ottenuto una proroga fino a luglio. Il dramma del figlio, «pensa sia colpa sua...»

Settimana scorsa ci siamo occupati del caso della donna ucraina. Ci ha scritto per ringraziarci: può rimanere ancora alcuni mesi, ma poi dovrà andarsene. «Continuerò a lottare»

LUGANO - Settimana scorsa abbiamo raccontato la storia di una donna ucraina, madre di un bambino svizzero di 11 anni, costretta a lasciare il paese, dopo che la storia col padre di suo figlio è finita, dopo aver trascorso un periodo in assistenza e aver poi trovato lavoro, perché il permesso B è scaduto. La data fissata per la partenza era il 13 gennaio. Oggi, in redazione, è giunta una sua email, in cui ringraziava TicinoLibero per lo spazio dato alla sua vicenda, e Lisa Bosia Mirra che aveva preso posizione a suo favore, dicendo che le donne straniere sono poco tutelate e che i legami affettivi vanno salvaguardati. La contattiamo, e ci racconta di aver ottenuto una proroga fino a luglio. «Sono convinta che è anche molto merito vostro perché avete sensibilizzato sul problema. Continuerò a lottare ogni giorno per risolvere la situazione perché una proroga non è chiaramente una soluzione. Anzi mostra il paradosso delle leggi, che quando trovano una lacuna si crea un intoppo, e si rimanda il problema al posto di risolverlo», spiega- L'hanno aiutata anche il suo legale e una dottoressa che ha mostrato quanto l'idea di separarsi da suo figlio danneggi la sua salute. Già, e il figlio? Cerchiamo di usare tatto per chiederle come sta questo ragazzino undicenne che rischia di essere separato dalla madre. «È a scuola, quando è uscito di casa era calmo e beato, non sa ancora nulla». Ma, insistiamo, non è a conoscenza del fatto che la mamma probabilmente dovrà lasciare la Svizzera? «Gli abbiamo detto che c'è questa minaccia sul nostro futuro, dato che io sono straniera. E lui mi ha chiesto come mai prima potevo restare e ora no. Gli ho risposto che prima suo padre era dalla mia parte per il rinnovo dei permessi, ora non più. Prova rabbia per il papà? Piuttosto direi che è arrabbiato con tutto il mondo, perché è un bambino e pensa che sia colpa sua se c'è qualcosa che non va...». «Sto comunque molto male, confido nella giustizia di questo paese che è un modello per tutto il mondo», conclude. Una vicenda che continueremo a seguire.
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