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30.01.2017 - 17:070
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Cattaneo saluta. «Non dobbiamo avere paura, anche di sparare col cannone. Di Lega, PPD e PS dico che...»

In una lunga intervista, il presidente uscente parla a 360°. «Nano Bignasca amava il Ticino, dopo di lui sono iniziati gli attacchi. Il PPD non è un partito che piange, e i no del PS mettono tutti con le spalle al muro»

BELLINZONA - Fra alcuni giorni, il PLR avrà un nuovo presidente. Rocco Cattaneo, sorprendendo tutti, il primo agosto aveva annunciato la sua intenzione di non continuare, scaduti i quattro anni di mandato, la sua avventura alla testa del partito. Il Corriere del Ticino, in una lunga intervista, gli ha fatto tracciare un bilancio. Sopra ogni cosa, prevale la soddisfazione. Cattaneo ha rotto gli schemi, con la sua entrata in politica, venendo eletto, in un certo senso, a sorpresa. Il PLR per la prima volta aveva svolto le primarie, che, come sottolinea l'imprenditore, un sistema che poi ha fatto scuola. Arrivò a sorpresa, lascia altrettanto in modo inatteso, tanto che in pochi, all'interno del partito, lo sapevano. Cattaneo aveva trovato un partito «eccessivamente ripiegato su se stesso, preso dal timore di dire la sua a viso aperto. Il sentimento della paura, degli stranieri, del futuro, di investire e di attuare riforme è un po’ trasversale a tutte le forze politiche e al Ticino tutto. Le riforme, non devono intimorire e la politica del PLR non dovrà più essere quella del defilarsi per non finire nel mirino della Lega o dei socialisti. Abbiamo le nostre idee, il nostro profilo, i nostri valori e allora andiamo avanti. E poi si vince o si perde. Non dobbiamo avere paura. Neppure del Governo. Non abbiamo la maggioranza relativa nell’Esecutivo, pertanto dobbiamo ragionare anche d’opposizione, non svolazzare come una foglia sospinta dal vento di altri». Lo lascia, «più unito, meno timoroso e ringiovanito: siamo più consapevoli delle nostre energie», conscio che «se le cose non vanno bisogna sparare con il cannone, altro che agire col fioretto». Insomma, senza peli sulla lingua, come è sempre stato lui in questi quattro anni, e come dovrà valere per il suo successore. Chi vorrebbe gli succedesse? Come prevedibile, non si esprime, ma sostiene come «il presidente del PLR non dovrebbe sedere in Parlamento. La libertà di essere fuori dal Palazzo della politica è impareggiabile. Ma vedere le cose e valutarle in maniera distaccata, con l’ottica del cittadino ha un valore unico». I tre candidati, Bixio Caprara, Matteo Quadranti e Nicola Brivio, siedono tutti in Parlamento. Nel capitolo dei rapporti con gli altri partiti, inevitabile parlare di Lega e di PPD. Con Nano Bignasca, spiega Cattaneo, «c’era fiducia e stima reciproca, dialogo, anche confronto o scontro, ma nel bene e nel male si sapeva cosa stava accadendo. Il Nano era un uomo che voleva bene al nostro Cantone». Poi, dopo la sua morte, non ha più trovato un referente nel Movimento di via Boglia, «sono iniziati gli attacchi alla mia persona. Io non cedo al terrorismo dei colpi sotto la cintura. Gli attacchi ci stanno ma rimaniamo sui temi politici. Gli attacchi personali sono inaccettabili. E lo fanno in continuazione. Comunque a me non fanno né caldo né freddo». Per quanto concerne il PPD, ai tempi della presidenza Jelmini e della "reggenza" di Lombardi si è creato un rapporto di fiducia. «Ci sono molti punti in comune sui quali lavorare assieme per costruire un centrodestra più forte, nell’interesse dei cittadini. Il PPD non è un partito che piange e che reputa il Ticino una terra di perenni sfortunati dimenticata da Berna e con gli italiani che ci mangiano il formaggio», con un'evidente frecciatina alla Lega. Un'altra arriva in merito alle spese cantonali. Da sempre, e gliene va dato atto, Rocco Cattaneo ha puntato il dito contro un Ticino che spende troppo e investe poco. «A noi liberali tocca profilarci di più contro il tassa e spendi. I due leghisti stanno imperversando ma con il silenziatore. E naturalmente su questo l’organo di stampa della Lega tace». Non è particolarmente entusiasta, il presidente PLR, della manovra finanziaria, ma «la digerisco come risultato finale, una sorta di patto di Paese. Ma non come metodologia del tassa e ritassa. Oggi vediamo che a creare difficolta è ancora il PS con i suoi referendum. Ma chi dice sempre no alla fine mette con le spalle al muro il Cantone». Dunque, ecco una stoccata anche ai socialisti. Si conclude il mandato di Cattaneo. In questa intervista, in fondo, è racchiuso il suo modo di fare politica: da gentiluomo, nonostante i continui e pesanti attacchi del Mattino, ma senza la paura di dire ciò che pensa, basti vedere i velati rimproveri agli altri partiti. E soprattutto, saluta un PLR che per poco non ha riconquistato il secondo seggio, che però ha riguadagnato un buon 10% di schede di partito perse negli anni precedenti.
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