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15.02.2017 - 19:330
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Natalia Ferrara e il caso permessi. "Da decenni, la Lega delegittima le istituzioni. Gobbi ha mostrato pochezza d'argomenti"

"Il Ministro comunque dovrebbe assumersi le sue responsabilità, non incolpare chi lo ha preceduto e le origini degli indagati più che le persone". E gli altri partiti...

BELLINZONA - Natalia Ferrara, consigliera PLR, è da sempre presa di mira dalle Lega dei Ticinesi, sin dalla sua candidatura per il Consiglio di Stato, e spesso ha risposto a tono. Oggi sul portale liberatv.ch è stato pubblicato un suo intervento, durissimo, contro il Movimento di via Monte Boglia e le sue (presunte) responsabilità nel caso dei permessi. "Mi ha colpito la blanda reazione degli altri partiti, dichiarazioni e atti parlamentari contenuti, con il giusto intento di voler innanzitutto fare chiarezza. Non oso pensare come si sarebbe comportata la Lega se, poniamo, la ruberia fosse avvenuta al DFE, al DSS o al DECS", inizia la deputata. Poi passa ad attaccare direttamente Gobbi, e la sua uscita sul funzionario italiano. "Commentando il caso, mi ha poi fortemente colpito la pochezza degli argomenti del Consigliere di Stato Gobbi e la sua superficialità nell’accusare le origini più che le persone. Secondo il Ministro quanto successo dipende essenzialmente dal fatto che chi ha agito è straniero o svizzero naturalizzato, il che per molti sembra in fondo essere la stessa cosa. Con sullo sfondo l’idea che certe cose succedono anche da noi ma solo per colpa di altri, appunto, precipitandosi a precisare che gli arrestati sono sì svizzeri, ma con origini italiane e kosovare". Si dice furioso, ma secondo Ferrara, "non tanto per la violazione del senso dello Stato e l’ombra gettata sulle istituzioni, quanto piuttosto perché è accaduto nel suo Dipartimento, quello diretto dal 4x4 della sicurezza, come lui stesso si definisce, dove si afferma di gestire la presenza straniera con mano ferma. Quello, insomma, dove mentre chiedi il casellario a chi si presenta allo sportello, ti dimentichi a chi lo metti in mano e per finire è il controllore che andrebbe controllato". Gobbi, inoltre, sottolinea la liberale, si premura di aggiungere come gli indagati siano stati assunti da chi lo ha preceduto. "Il Consigliere di Stato è chiamato a spiegare come è stato possibile quanto accaduto e, soprattutto, cosa intenda fare per mettere al sicuro dalla corruzione l’integrità e la credibilità delle istituzioni. Un primo passo sarebbe quello di assumersi le proprie responsabilità, invece di addossarle a pregiudizi e passanti". Il caso la induce a riflettere su temi quali in senso civico e dello Stato che è mancato agli indagati. Pur precisando che i legami non sono lineari, punta il dito contro la Lega: "da decenni il partito di Gobbi, frantuma sistematicamente ogni istituzione. Le leggi sono cavilli, i magistrati politicizzati, i funzionari fuchi, i consiglieri federali bambela, il consiglio di Stato un governicchio, i docenti parassiti e via narrando. Insomma, una delegittimazione di ogni forma di autorità, fatta eccezione per il popolo dei veri svizzeri, quello sì, sacro", rimandando a immagini e luoghi comuni del Mattino. "Quando le scorciatoie sono indicate come vie maestre, qualcuno le percorre a modo suo anche nella vita privata. Quando a vergognarsi devono sempre essere solo gli altri, qualcuno non si vergogna neanche di delinquere. Quando ogni autorità è derisa, qualcuno smette prima di temerne la reazione".
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