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Cronaca
16.03.2017 - 21:550
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Su Previdenza 2020, Lega contro UDC. Quadri e Pantani, "coerenti con le battaglie leghiste. Se ci saranno conseguenze, vi faremo fronte"

Le proposte della Conferenza di conciliazione in merito al progetto Previdenza per la vecchiaia 2020 sono passate al Nazionale. Chiesa: "gli attuali pensionati pagheranno lo 0,6% di IVA in più, ma niente bonus"

BERNA - Il Nazionale ha dato il via libera, con 101 favorevoli e 91 contrari, alle proposte della Conferenza di conciliazione in merito al progetto Previdenza per la vecchiaia 2020. Ovvero, le donne andranno in pensione a 65 anni, e la riduzione dal 6,8% al 6% del tasso di conversione, compensato da 70 franchi di bonus. La riforma ha dunque superato lo scoglio della maggioranza qualificata necessaria per sciogliere il freno alla spese (erano necessari almeno 101 "sì"). Il dossier è ora pronto per le votazioni finali. I consiglieri nazionali ticinesi commentano via Facebook. Marco Chiesa, da sempre contrario, precisa chi riceverà il famoso bonus, rimandando il tutto alle votazioni finali di settembre 2017. "Per essere chiari. I 70 franchi supplementari dell'AVS saranno versati solo ai nuovi pensionati. 80'000 pensionati di oggi in Ticino non prenderanno nulla ma pagheranno lo 0.6% di IVA in più. Io sono contrario. Si deciderà se accettare questa proposta in settembre 2017. Avremo modo di parlarne". Il voto ha segnato una spaccatura fra Lega e UDC, dato che i democentristi, come Chiesa, hanno votato no, e i due leghisti hanno optato per il sì. Lorenzo Quadri difende la sua scelta, ed è pronto ad assumerne eventuali conseguenze. "I due leghisti in Consiglio nazionale hanno approvato la riforma - con i famosi 70 Fr - e questo voto è risultato determinante. Se la riforma passerà o meno lo scoglio della votazione popolare è, ovviamente, tutto da vedere. Noi abbiamo votato secondo la nostra convinzione, maturata in oltre un quarto di secolo di battaglie leghiste. A partire dalla Tredicesima AVS (a livello comunale e cantonale) e, più recentemente, con il sostegno all'AVS plus. E le battaglie storiche non si rinnegano. Se ci saranno conseguenze nei rapporti con il gruppo parlamentare UDC, del quale facciamo parte, vi faremo fronte con la coscienza tranquilla. Una tranquillità che non avremmo avuto se avessimo ceduto ai tentativi di convincerci a votare diversamente", ha postato. Gli ha dato man forte la collega di partito Roberta Pantani: "L'importante è essere stati coerenti fino alla fine su questo importante oggetto. Abbiamo sempre sostenuto un aumento delle rendite AVS: questa non sarà la riforma perfetta e neanche forse quella più sostenibile, ma si è trattato di votare su una questione di principio, su un caposaldo della politica leghista. Non molleremo".Ignazio Cassis, del PLR, ha dichiarato che il tema è talmente complesso da non essere chiaro fino in fondo nemmeno ai parlamentari, e di non aver mai percepito un clima così teso.
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