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24.03.2017 - 13:400
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Il PS, "le informazioni in ritardo, i motivi della scelta, Vitta e la Otenys: vogliamo un'inchiesta amministrativa sul caso Argo 1"

I socialisti vedono ancora molte zone d'ombra nel caso. "I tentativi di banalizzazione non sono ammissibili, e nemmeno i silenzi dei capi dei dipartimenti: serve coerenza politica"

BELLINZONA – Sul caso Argo 1, il PS vuole chiarezza. Non si accontenta delle mezze rispsote, delle spiegazioni che sono state fornite sinora. I dubbi rimangono, e l’unico modo secondo il presidente Igor Righini è quello di aprire un’inchiesta amministrativa.

“La volontà politica di affrontare il caso Argo 1 va tradotto con un procedimento concreto quale l’inchiesta amministrativa indispensabile per cercare e ottenere l’insieme delle informazioni utili per fare piena luce sull’insieme della vicenda”, scrive infatti Righini in un comunicato.

Essa “permetterà ad esempio di ascoltare il funzionario del DSS, attualmente non più alle dipendenze dell’Amministrazione cantonale, la cui firma figura sul mandato diretto alla ‘Argo 1’. Il Governo deve presentare la totalità dei fatti con oggettività e fornire delle solide spiegazioni. Solo così sarà possibile riacquisire la fiducia dei cittadini, erosa dall’attesa di risposte e da informazioni contraddittorie. Agire in senso contrario nutrirà invece delle serie perplessità circa la reale intenzione politica di affrontare la gravità del caso”

Le zone d’ombra e gli interrogativi sono tuttora molti, secondo il PS. “Il fatto che il Consigliere di Stato Paolo Beltraminelli abbia dimenticato che ‘Argo 1’ stesse svolgendo un mandato diretto ricondotto tacitamente. Le ragioni per cui le informazioni sono state rese note solo in seguito a più fughe di notizie pubblicate dai media. Il motivo della scelta di ‘Argo 1’, un’agenzia di sicurezza priva di un’esperienza riconosciuta nel campo dell’asilo, il cui passato societario avrebbe dovuto fare scattare più di un allarme. L’argomento dell’urgenza è ricevibile in materia di logistica dell’accoglienza, ma non lo è per quanto riguarda la sicurezza e dei mandati diretti per 3,4 milioni di franchi”.

Dunque, “alla luce dei quesiti aperti e della gravità del caso, i tentativi di banalizzazione non sono accettabili così come non è ammissibile che i responsabili dei dipartimenti interessati si rifugino nel silenzio rimandando le risposte all’esito delle inchieste in corso. Oltre alle dimensioni amministrative e giudiziarie, il caso esige chiarezza e coerenza anche sul piano politico”

Vitta, inoltre, ha contatti con la consorella della Argo 1, la Otenys SA? “Va infine spiegato anche il ruolo di ‘Otenys SA’, la società consorella di ‘Argo 1’ con cui condivide il domicilio e l’amministratore unico. Una società che afferma di occuparsi di sviluppo tecnologico, agendo quale “collettore fra mondo scientifico e industriale”: uno degli ambiti su cui il responsabile del DFE Christian Vitta intende puntare per lo sviluppo del futuro economico del Cantone. È quindi pertinente sapere se siano stati stabiliti dei contatti tra il Consigliere di Stato Christian Vitta – o dei funzionari del DFE – e dei rappresentanti della ‘Otenys SA’.”

“Le domande in sospeso sono innumerevoli e aumenteranno col passare dei giorni. Lasciare che il tempo passi o che l’attenzione affievolisca non è una soluzione. Il Partito Socialista veglierà perché vengano fornite le risposte ai quesiti aperti e ribadirà la necessità d’istituire quanto prima l’inchiesta amministrativa richiesta”, conclude la nota. .

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