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Cronaca
04.04.2017 - 15:450
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Le "femministe in pantaloni" attaccano Pamini, ma non tutti sono contrari alla sua tesi. La parità, un tema di cui difficilmente si potrà smettere di discutere

Cristina Zanini Barzaghi, Marina Carobbio, Greta Gysin, Nada Ghisolfi, anche la GISO: molte donne si indignano, però qualcuno lo giustifica: "non dice che è corretto, analizza solo i fatti"

LUGANO – Sapeva di far discutere con la sua opinione dove additava nella gravidanza, e poi nell’avere figli, la differenza salariale fra uomo e donna. Paolo Pamini, nel postare su Facebook il suo articolo, pubblicato oggi dal Corriere del Ticino e da noi ripreso, ha chiesto ai suoi amici prima di leggere il testo intero e poi di commentare.

Commenti, va detto, ne sono arrivati pochi sul suo profilo, qualcuno si chiede se non stia semplificando troppo, e se dietro a questa opinione, sicuramente non politically correct, ci sia una critica al sistema.
Qualche donna, invece, come ci si poteva immaginare, non ha gradito.

La prima a postare un commento, breve e laconico, è stata la Municipale luganese Cristina Zanini Barzaghi. "Articolo di Pamini pieno di ovvietà su salario femminile sul CdT. Le mamme hanno più competenze anche a livello professionale”, ha scritto su Twitter, e il suo commento è stato ritwittato dalla Consigliera Nazionale Marina Carobbio.

Allibita Greta Gysin, sindacalista transfair e con un passato importante nei Verdi: “Non sono le mamme a guadagnare meno, sono le donne. E non c'entra un piffero la carriera, perché la disparità salariale persiste anche a parità di competenze e di esperienza. Qualcuno può spiegarlo a Pam Pam?. Cazzate simili, soprattutto se vengono da un deputato, non devono rimanere senza risposta. Anche quando pensi che abbia toccato davvero il fondo riesce sempre a superarsi “, attacca poi decisa.

E la collega di sindacato Nadia Ghisolfi ribatte amara e al contempo ironica:”disparità salariale e di accesso esiste - nonostante la legge!fintanto che esisteranno persone che la negano, esiterà purtroppo. Sono passati anni e poco è cambiato..invece per proporre di parificare l'età della pensione hanno fatto in fretta.. che caso..”

Anche alla deputata dei Verdi Claudia Crivelli-Barella le esternazioni di Pamini non sono piaciute.  “Quando penso che la società stia migliorando, quando mi rilasso, ecco che spunta un pamini-o-chi-per-esso che se la prende con le "donne in pantaloni"...Portiamo la gonna e anche i pantaloni, vogliamo il pane e vogliamo anche le rose: dai Paolo, gli anni Cinquanta sono nell'immaginario del secolo scorso!”

Infine, anche la Gioventù Socialista ha preso posizione sui social, “Dopo Quadri e le sue bufale sui migranti, oggi il premio per la cavolata della settimana va a Pamini: continuiamo pure a negare l'evidenza e a trovare ridicole giustificazioni sul perché le donne guadagnano tutt'ora meno degli uomini!”

Eppure, c’è anche chi con questa posizione non politicamente corretta di dice d’accordo, o almeno non la contesta. Addirittura, parla di una moglie serena mentre bagna i suoi fiori, e stressata quando lavora: potrebbe guadagnare molto, al 100%, eppure… Non sono pochi a preferire la madre che rimane a casa ad allevare i figli, pur ammettendo che ci sono donne manager stressate come gli uomini. O anche si sottolinea che, se l’uomo è “condannato” a lavorare una vita intera per il mantenimento della famiglia, la donna ha una possibilità di scelta. "Non dice anche che molte donne di tornare a lavorare proprio non ne hanno voglia. Nessuna statistica ma solo vita vissuta".

Inoltre, non a tutti piace l’epressione usata da Zanini Barzaghi secondo cui tutte le mamme sono lavoratrici migliori. “Basta aver partorito?”, chiede qualcuno.

E in effetti, si sottolinea, Pamini ha di fatto tentato di spiegare le motivazioni di un divario che ancora esiste, e ciò non si può negare. Nel suo articolo, non ha affermato di ritenere giusto o sbagliato quanto illustrato, ha solo puntato sul fatto che le femministe, quelle che lui chiama “in pantaloni”, non vogliono annoverare questa tesi come possibile spiegazione.

Qualcuno, poi, va oltre: "Sarebbe ora che sia riconosciuto dallo Stato il lavoro di mamma e che il sistema economico fornisca diritti e garanzia. Solo quando riusciremo in questo importante e fondamentale obbiettivo di cui oggi nemmeno si parla, allora potremo definirci una civlità progredita" mentre alcune mamme gradirebbero incontrare Pamini per "dirgliene quattro" 

Il dibattito sulla parità salariale, una conquista necessaria, è lungo e articolato, e ben lungi dal potere essere esaurito, chissà ancora per quanto tempo.


Paola Bernasconi
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