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Cronaca
05.04.2017 - 16:010
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Due ticinesi aiutarono la famiglia camorrista a far affluire i capitali alla BSI. I tentacoli della mafia napoletana a Lugano si allargano

Nei loro confronti, il Ministero pubblico della Confederazione ha aperto un’inchiesta ipotizzando il reato di riciclaggio di soldi sporchi. Sarebbero un avvocato e un funzionario di banca

LUGANO – Due ticinesi avrebbero favorito l’accumulo di capitali, derivati da attività illecite da parte dei tre fratelli Potenza, membri della camorra napoletana, alla BSI di Lugano.

Il caso è scoppiato qualche giorno fa, quando la Direzione Investigativa Antimafia (DIA) ha sequestrato 20 milioni di beni appartenenti alla famiglia, di cui alcuni fondi depositati presso la banca luganese. Il conto era intestato, pare, era intestato a Nunzia Aragione, una nuora di Assunta Potenza: le due furono bloccate in Ticino nel 2012 mentre prelevavano un milione da portare a Napoli.

Alla BSI, appunto, è stato favorito da un avvocato e da un funzionario di banca, entrambi ticinesi, già identificati. Nei loro confronti, il Ministero pubblico della Confederazione ha aperto un’inchiesta ipotizzando il reato di riciclaggio di soldi sporchi.

Due personaggi, dunque, nuovi nell’inchiesta, che rischiano di esserne travolti. I loro nomi sono noti alla DIA da tempo, e compaiono negli atti.
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