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24.04.2017 - 14:300
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

650 firme per Ghiringhelli. Una tusina residente a Zurigo, "i musulmani moderati temono i radicali, ma è ora che facciano sentire la loro voce"

Il leader del Guastafeste sottolinea come la tesi della donna, contenuta il un libro che uscirà prossimamente, confermi la sua. E Saida Keller-Messhali svela alcuni retroscena inquietanti...

BELLINZONA/ZURIGO – Giorgio Ghiringhelli è soddisfatto delle firme sinora raccolte per la sua petizione che chiede alle  Autorità federali di proibire in Svizzera i movimenti islamisti (salafiti) e di chiudere i loro centri di indottrinamento  che favoriscono la radicalizzazione dei musulmani. Sono 650 le persone che hanno firmato il documento che si trova solo online, sul sito charge.org.

Il leader del Guastafeste ha segnalato un boicottaggio da parte della stampa, in particolare di Oltre Gottardo, anche se “pure la stampa ticinese non è che vi aveva dedicato un gran spazio”: “una settimana fa avevo inviato a una cinquantina di giornali della Svizzera tedesca e francese un comunicato per informare del lancio di questa petizione, ma per quanto mi risulta tale comunicato è stato boicottato oltre Gottardo”.

Ghiringhelli fa notare come il Movimento Svizzero Contro l’Islamizzazione, che ha sede nel Canton Vaud, e dell’Associazione Svizzera Vigilanza Islam, che ha sede nel Canton Ginevra, abbiano aderito alla petizione, così come Stefano Piazza, esperto di sicurezza.

Una delle tesi contenute nel testo era che i movimenti estremisti facessero paura anche agli islamisti moderati che si trovano in Svizzera. A confermarla c’è il libro in uscita nei prossimi mesi, probabilmente agosto, di una donna di origine tunisine residente a Zurigo, Saida Keller-Messhali, che sostiene la tesi di come i musulmani moderati temano, appunto, coloro che sono invece più radicali, ma che in realtà solo essi possano, decidendo di schierarsi da una parte o dall’altra, possano risolvere il problema.

La signora divulga anche informazioni inquietanti, seppur non completamente nuove, a partire dagli 81 giovani che si sono radicalizzati nel nostro Paese e sono partiti verso la Siria per combattere nelle fila dell’ISIS. Fa notare che non tutti i musulmani sono jihadisti, però per contro tutti gli jhadisti sono musulmani: la maggior parte di loro vive comunque un Islam compatibile con i valori che caratterizzano la società.

Per quando concerne gli imam in Svizzera, Saida Keller-Messhali sostiene che vi sono almeno 70 moschee che dipendono direttamente da Ankara, e i cui imam spesso sono funzionari dello Stato turco mandati qui con una missione precisa, i quali filtrano anche la preghiera del venerdì, facendo di queste moschee luoghi filtrati da Ankara, e dunque senza nessuna indipendenza.

Il suo appello è rivolto ai moderati: “uscite dal silenzio e alimentate il dibattito per mostrare che vi sono interpretazioni diverse nelle religioni e che anche l'Islam può essere vissuto in modo armonioso".
Le parole della signora Keller confermano quanto esposto nel testo della petizione, soprattutto laddove (vedi frasi scritte in rosso) si fa cenno alla paura che i movimenti islamisti suscitano fra i musulmani “moderati”, quelli che la signora Keller definisce “moderni, aperti e umanisti”, scrive Ghiringhelli, invitando a continuare a firmare la sua petizione.
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