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Cronaca
12.05.2017 - 08:300
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

L'avvocato d'ufficio contro il giudice Villa sulle decurtazioni, "ci ha fatto quasi passare per disonesti. La sua è stata una piazzata, al momento e nel posto sbagliati"

Didier Delais è uno dei legali d'ufficio cui il giudice ha ridotto l'onorario. "I giornalisti ci hanno detto che gonfiamo le prestazioni: io non sono così. E secondo me i soldi risparmiati..."

BELLINZONA – Durante la lettura della sentenza di un processo a carico di tre ladri bulgari, il giudice Marco Villa ha messo in scena un fuori programma, decidendo delle decurtazioni sugli onorari degli avvocati d’ufficio. E non è la prima volta, dato che era accaduto anche pochi giorni prima. Uno dei legali coinvolto nel secondo caso, Didier Lelais, non ci sta.

“Ci ha fatto passare come i disonesti della situazione”, ci dice. “È giusto che sia lui, come ultima autorità giudicante in questo caso, a fare le sue valutazioni sulle nostre prestazioni, e ha detto che alcune non dovevano essere a carico dello Stato. Ci può stare, ma sembrava quasi che le avessimo inventate, invece sono prestazioni che sono state effettuate. Nel corso della motivazione ha affermato che ridurrà indistintamente dalla prestazione un numero di minuti: ma non si possono tagliare le trasferte, le ore dedicate agli interrogatori e quelle ai colloqui coi clienti”.

Perché il giudice Villa ha deciso di ridurre l’onorario, secondo lei?
“Lui ha spiegato che siamo in un periodo di ristrettezze economiche, con una congiuntura non favorevole, dunque anche l’avvocato d’ufficio deve a suo avviso rinunciare a qualcosa, circa un 30%. Ha motivato dicendo che questo risparmio del Cantone dovrebbe essere utilizzato per implementare il potere giudiziario creando altri uffici o altri posti di lavoro all’interno del potere giudiziario per rendere la giustizia più veloce. E non so se questi soldi saranno utilizzati o meno per lo scopo citato…  Temo verranno risparmiati e basta”.

Non le è piaciuto il momento in cui il giudice ha annunciato la decurtazione, pare di capire…
“È stata una piazzata. Stava motivando la sua sentenza nei confronti degli imputati, poi si è bloccato chiedendo alla stampa di prendere appunti per un trafiletto su questo argomento. Non erano il momento, il luogo e la persona giuste per un’uscita del genere, certe scelte le devono fare i politici. Anche se contesto chi ritiene che si debba inserire un numero massimo di ore: non è possibile, ogni caso è a sé e nel penale non decidiamo noi la procedura”.

Villa cercava visibilità?
“Può darsi. Il problema è che l’ha ottenuta facendo passare noi per ciò che non siamo. Quando siamo usciti la prima cosa che i giornalisti hanno detto ai miei colleghi, non a me perché ero impegnato col cliente, che gonfiano le note. In buona sostanza, che siamo dei ladri. Io non mi ritengo così, penso di aver fatto le cose corrette. Ora valuterò se fare o meno un reclamo, e semmai che cosa verrà deciso”.

Anche la decurtazione tout court non la convince, vero?
“Mi è piaciuto poco il fatto che gli avvocati debbano ridursi lo stipendio: il valore dell’onorario della difesa d’ufficio è minore rispetto a quello minimo di almeno un quarto. Dunque si lavora guadagnando meno, il giudice Villa non tiene conto che in quelle ore io, come indipendente, devo comunque pagare delle spese di ufficio, che lui non ha".

Nella sua arringa, ha detto: “sacrosanto è il diritto a una Difesa dell’imputato, il nostro ordinamento legislativo lo garantisce sia a chi dispone di mezzi finanziari sufficienti che a chi si trova in indigenza, imponendo che sia lo Stato a farsene carico. Se non vogliamo questo onere in particolar modo per gli imputati stranieri ai quali lo Stato non potrà chiedere il rimborso di quanto anticipato, allora bisognerebbe che chi di competenza possa creare loro la possibilità di essere giudicati nel proprio paese”. Cosa significa?
“Avevo già partecipato al primo processo in cui aveva decurtato l’onorario. Villa aveva detto che ci troviamo sempre più spesso con processi con tante persone alla sbarra, pluripregiudicate, stranieri e nullatenenti, cui lo Stato non potrà chiedere indietro i soldi, che quindi andranno persi. Non ho mai sentito di richieste di rimborso delle spese anticipate. Poi la difesa va garantita sia a chi ha la capacità finanziaria di pagarla sia a chi non può permettersela. Non è che se io sono avvocato d’ufficio offro delle prestazioni più lunghe perché paga lo Stato, non l’ho mai fatto. La mia uscita era provocatoria”.

 

 


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