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20.05.2017 - 16:300
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Chiesa vuole la verità, "Svizzera, finanzi gli scafisti?"

Allarmato da alcune notizie riportate nei giorni scorsi dai giornali italiani, il democentrista ha preparato un'interrogazione da depositare il prima possibile, a cui ne ha poi aggiunta una seconda

di Marco Chiesa (interrogazione da depositare il primo giorno della sessione estiva delle camere)*

Il 19 maggio 2017 due quotidiani italiani riportavano la notizia secondo cui la Svizzera stesse finanziando l'invasione dell'Italia con rifugiati provenienti dalle coste libiche a mezzo di versamenti al MOAS (Migrant Offshore Aid Station), una Ong con sede a Malta fondata da un ricca coppia italo-americana, Chris e Regina Catrambone.

OAS é la più attiva e la più discussa tra le organizzazioni non governative della cosiddetta «flotta solidale». Un gruppo di navi che, com'è ormai assodato secondo "il Giornale", va incontro ai barconi dei migranti a ridosso delle coste, li carica a bordo e li trasporta nei porti italiani. Questa è pure la tesi della procura di Catania.

Lo scorso maggio, in un'audizione al Parlamento italiano, i vertici della MOAS hanno fatto sapere che la Ong aveva ricevuto "230mila euro da una istituzione europea". La Ong aveva però detto di non essere in grado di specificare quale. In seguito il MOAS, nell'occhio del ciclone, aderendo spontaneamente a una richiesta di trasparenza, ha fornito a "il Giornale" l'elenco dei suoi dieci principali finanziatori.

Tra di essi figura pure, come unica istituzione, evidentemente non europea, un ufficio del Dipartimento degli Affari Esteri svizzero. Nella risposta all'interpellanza di C. Sommaruga 15.3585 Sostegno all'operazione umanitaria di salvataggio dei migranti del MOAS nel Mediterraneo, il CF ha declinato l'invito a finanziare questa ONG.

Pur confermando di conoscerla e tessendo le sue lodi, il CF ha affermato che la questione dell'opportunità per la Svizzera di versare dei contributi era già stata vagliata nell'ambito del gruppo di lavoro strategico della Confederazione per il Mediterraneo (SAM) ma che valutate le attuali priorità e i relativi costi, si riteneva che i mezzi limitati a disposizione dovessero essere stanziati in favore di obiettivi chiaramente definiti e che dunque la concessione di aiuti a Ong come MOAS non costituisse una priorità.

Alla luce delle versioni contrastanti e della eco mediatica che sta assumendo la vicenda, il CF è pregato di chiarire la sua posizione rispetto la Ong MOAS e di altre Ong che prestano il loro servizio nel Mar Mediterraneo e di smentire il versamento di finanziamenti elvetici".

A seguito di ulteriori notizie, ha intenzione di inoltrare una seconda interrogazione:

"Nell’interrogazione Ong MOAS – atto primo, si solleva la questione del sostegno a Ong che operano sul Mar Mediterraneo e in particolare sul finanziamento alla chiacchierata Ong Moas denunciato pubblicamente dalla stampa italiana.

Al di là della necessaria richiesta di chiarimenti in merito alla relazione tra i nostro Paese e la Ong in odore di collusione con gli scafisti delle coste libiche, il tema del finanziamento è stato prontamente chiarito dal Corriere del Ticino online, a cui non era sfuggita la questione: Paride Pelli nel suo pezzo cita la rivista ufficiale della Divisione dello Sviluppo e cooperazione (DSC) "Eine Welt", pubblicata a marzo 2017.

A pagina 26, in un trafiletto, il Dipartimento federale degli affari esteri riferisce dell'aiuto finanziario all'Ong MOAS. Ben 250.000 franchi svizzeri, come riportato da "Il Giornale" (230.000 euro circa). Nella pubblicazione del DSC si specifica che "L'Ong MOAS soccorre i profughi che tentano l'attraversata del Mediterraneo partendo dalle coste libiche. Con la sua nave di soccorso, battezzata Phoenix, l'ONG percorre in lungo e in largo i mari e grazie all'utilizzo di strumenti all'avanguardia, come i droni muniti di telecamere, è in grado di individuare anche la più piccola imbarcazione alla deriva.

La DSC è stata la prima organizzazione governativa a sostenere il lavoro di questa ONG".

A fronte di quanto sopra e dell’orgoglio mostrato di essere il primo Paese a finanziare MOAS, si chiede al CF di chiarire i contorni dell’intera vicenda in quanto il finanziamento erogato contraddice palesemente quanto argomentato dal CF il 26 agosto 2015 in risposta nell’interrogazione Sommaruga 15.3585.

Si chiede inoltre di esplicitare i motivi per cui la DSC abbia cambiato idea e deciso di finanziare queste attività sul Mediterraneo e quali verifiche siano state effettuate, e da chi, sull’operato e la reputazione dell’Ong MOAS. Quali garanzie può dunque dare la DSC in merito alla trasparenza e correttezza dell’operato della MOAS? LA DSC intende rinnovare i finanziamenti a MOAS?"

*Consigliere Nazionale, UDC
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