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27.05.2017 - 18:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Bertagni e la parabola del buon fungo. "In Ticino si discute dei problemi e poi li si lascia declinare all'abbandono e all'oblio"

Il giornalista dà una sua personale lettura del ritiro del messaggio sul patentino. "Ogni tanto sarebbe meglio risolverli, i problemi, ma chi si prende la responsabilità?"

BELLINZONA – Un Governo che parla, parla, raccoglie magari consensi, poi lascia andare i temi nel dimenticatoio. Quella che il giornalista de La Regione Aldo Bertagni rinomina “la parabola del buon fungo” non ha secondo lui una morale, ma descrive quanto accade spesso a Palazzo delle Orsoline.

Il tema è quello noto: la possibile introduzione del patentino dei fungiatt, come è stato denominato, con dei contingenti così da proteggere “le aree più sensibili del cantone dall’eccessivo afflusso di cercatori di funghi, provenienti soprattutto da oltre confine”. Tutti d’accordo, a livello partitico, fiumi di parole positive sui social, tranne la Commissione della legislazione, che però, secondo il suo presidente Gianrico Corti, avrebbe trovato utile parlarne in Parlamento per ribadire e al limite inasprire le regole.

Ma Claudio Zali ha deciso di ritirare il Messaggio, precisando che non si tratta di una ripicca contro nessuno bensì di un modo per velocizzare i lavori del Gran Consiglio.

Per Bertagni, autore dell’editoriale, “quasi una parabola. Che bene ci racconta questi tempi politicamente incerti, dove alcuni contenuti trovano un’immediata e forte eco, per poi declinare dolcemente sino all’abbandono se non all’oblio. E ci resta nella memoria quel senso di piacevole leggerezza, dove tutto scorre senza nulla ferire. Per quanto, magari, bene sarebbe ogni tanto risolverli i problemi”.

Ma poi, “chi se l’assume la responsabilità? Meglio, molto meglio far scorrere fiumi di parole attizzando i sentimenti. Poi vada come vada. Spesso in nulla”.

Insomma, discussioni su discussioni, senza risultati. Una parabola a cui manca la morale, ma che “bene ci racconta, invece, il metodo già sperimentato, sempre in Ticino, anche per altri (presunti) problemi. Salvo poi scoprire che poco o nulla si può fare. Però se n’è parlato e tanto basta. O così pare”.
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