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Cronaca
29.05.2017 - 10:300
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Zaccheo, "Patti Chiari, ecco cosa non mi convince. Per la ditta Crotta parlano centinaia di migliaia di imballaggi venduti con pochissimi reclami"

Parla l'ingegnere agroalimentare che vuole sfidare in un dibattito la trasmissione della RSI. "Non è con gli scoop, col creare il buono e il cattivo, che si aiuta la sicurezza alimentare"

BELLINZONA – Il servizio di qualche settimana fa di “Patti Chiari” sul caso Crotta, che aveva svelato delle mancanze igieniche all’interno della ditta (Enzo Crotta, dapprima ai nostri microfoni poi alla RSI stessa, si era difeso parlando di montaggio architettato da ex dipendenti) ha fatto a lungo discutere.

Qualcuno, data poi la lunga serie di argomenti usciti nei giorni successivi sull’attività dell’azienda, ora quasi senza lavoro, aveva parlato di congiura contro Crotta. C’è anche chi non ama i metodi della trasmissione di inchiesta, e lo ha detto chiaramente: si tratta dell’ingegnere agroalimentare Aleardo Zaccheo, che qualche giorno fa aveva lanciato la sfida, chiedendo un dibattito pubblico, alla redazione. “Ho molta più fiducia nel minestrone e nelle insalate di Enzo Crotta che nell’imparzialità e correttezza di ‘Patti Chiari’. Posso dimostrarlo in meno di mezz’ora con dibattito pubblico moderato super partes”.

L’abbiamo conttattato per farci spiegare che cosa, secondo lui, non va bene in Patti Chiari.

Come mai ha deciso di sfidare Patti Chiari?
“È da diversi anni che esprimo in diversi circoli professionali, delle critiche puntuali riguardo l'approccio tecnico e metodologico di questa trasmissione. Il motivo principale di queste riflessioni che sono tra l'altro ampiamente documentate, risiede nel fatto che non è certo attraverso degli scoops che si migliorerà il comparto agroalimentare del nostro cantone. La trasmissione a mio avviso ha il grande difetto di operare secondo il principio di dividi et impera. Mette per esempio in stato di conflitto gli agricoltori con i macellai e i macellai contro i ristoratori e l'opinione pubblica contro la grande distribuzione”.

È corretto se diciamo che i loro metodi, a volte con telecamere nascoste, non la convincono?
“Non ho detto questo. Un giornalismo di carattere investigativo deve per forza impiegare per esempio delle telecamere nascoste, il problema poi sta in come si interpretano i dati e come vengono contestualizzati. La sicurezza alimentare non si migliora attraverso un approccio manicheo tra il buono e il cattivo, ma attraverso delle analisi dei rischi obiettive e senza pregiudizi. Avevo già espresso queste perplessità direttamente alla redazione di Patti Chiari sei anni fa, quando mi era stato proposto di collaborare con loro. Purtroppo non sono stato capito e quindi ognuno è andato per la sua strada senza conflitti. In seguito ho assistito ancora a diversi emissioni che a mio avviso mostravano dei chiari limiti tecnici e metodologici. In certi casi, quando sono state coinvolte diverse aziende con le quali collaboriamo, per il loro tramite, ho trasmesso delle considerazioni, riflessioni e richieste specifiche. A questo punto circa tre anni fa penso che i rapporti tra me e la redazione di Patti Chiari si siano un po'deteriorate”.

Del caso Crotta in particolare cosa pensa?
“Innanzitutto premetto che non sono l'avvocato difensore di Enzo Crotta e se effettivamente egli ha commesso dei reati è giusto che venga processato e se del caso condannato come ogni altro cittadino. Io mi occupo però di tutt'altra cosa e nella fattispecie le accuse di messa in pericolo della salute pubblica attraverso le derrate alimentari che forniva alla grande distribuzione, collidono non solo con dei fatti acquisiti ma anche con il comune buon senso. Centinaia di migliaia di imballaggi venduti in tutto il Ticino per anni e un numero assai limitato di reclami da parte dei consumatori per me contano molto di più di ogni altra cosa. Come professionista del ramo, mi chiedo anche nei confronti dei tanti colleghi che hanno analizzato e ispezionato questa ditta per anni e non solo su preavviso. Ma allora siamo tutti dei fessi? Non credo. Ho molta fiducia e rispetto per i miei colleghi del cantone e della grande distribuzione e dubito che si siano fatti prendere per il naso”.

Ha lanciato la proposta di un dibattito, ha ricevuto risposte?
“Per il momento l'unico feedback che ho ricevuto da Comano sono stati dei commenti del Sig. Reto Ceschi che potete consultare sul mio muro di Facebook”.
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