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31.05.2017 - 16:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Vaccini, in Italia è polemica. In Ticino, non sono obbligatori. Tra false credenze, rischi, benefici, reticenza e casi concreti, parla un medico

L'infettivologo Garzoni, che stasera sarà ospite di Bazzi Tuoi sul tema: "non è vero che causano autismo o che indeboliscono. Abbiamo perso il ricordo delle malattie originali, ma anche morbillo e varicella non sono banali"

BELLINZONA – Vaccini sì o vaccini no? In Italia la polemica infuria, con 12 vaccini che sono obbligatori per i bambini, e alcuni genitori e medici che invece sono contrari, ritenendoli o inutili o addirittura dannosi. Le credenze sono tante, dal fatto che causino autismo all’idea che chi sviluppa la malattia poi sia più forte.

E in Ticino, com’è la situazione? Come ci spiega il medico infettivologo Christian Garzoni, in Svizzera non esistono vaccini obbligatori, bensì  alcune “vaccinazioni raccomandate di base”, indispensabili per la salute individuale e la salute pubblica, che forniscono un livello di protezione indispensabile per il benessere della popolazione, e delle “vaccinazioni raccomandate complementari”, che a loro volta forniscono un’ottima protezione individuale per chi desidera proteggersi da rischi ben definiti. Del primo gruppo fanno parte  quelli contro la difterite, il tetano, la pertosse, la poliomielite, le infezioni invasive da Haemophilus influenzae di tipo b, così come contro il morbillo, la rosolia, gli orecchioni, l’epatite B, la varicella (se un adolescente non l’ha avuta) e i papillomavirus umani e del secondo quelli contro gli pneumococchi, i meningococchi del gruppo C e i papillomavirus umani.

Dato che non sono obbligatorie ma solo consigliate, i genitori fanno le vaccinazioni ai figli?
“Non sono un pediatra, però le statistiche dell’ufficio Federale della sanità dicono che i vaccini somministrati sono insufficienti, dunque significa che ci sono genitori che non vaccinano i bambini. Si vede in Ticino, per esempio, con le epidemie di morbillo: con una vaccinazione ottimale, non ci sarebbero”.

Da dove trae origine la reticenza?
“Da molti fattori. Quello principale è il fatto che abbiamo perso di vista le malattie originali. Non vediamo più i bambini che muoiono di poliomelite, io ricordo ancora le foto di coloro che, deformati, non potevano più camminare. L’Haemophilus faceva molti morti fra i neonati, con il vaccino sono scesi a zero. Il morbillo causa in un bambino su 1000 un'encefalite o una meningite e a uno su 100 una polmonite, con una mortalità di alcuni percento. Non sono dunque malattie banali. Quando dobbiamo decidere non mettiamo sul piatto della bilancia la vera malattia di base. Poi a seconda dello Stato da dove si viene si è più o meno propensi: i romandi lo sono di più, gli svizzero tedeschi di meno, noi siamo a metà. E c’è una disinformazione massiccia”.

Da parte di chi?
“Da parte della medicina complementare alternativa o almeno di alcuni esponenti. Ci sono tante false credenze. L’autismo, per esempio: l’idea è stata generata dallo studio con dati falsificati di un ricercatore inglese che è poi stato radiato proprio per questa falsificazione. Gli studi effettuati su migliaia di bambini vaccinati hanno mostrato che non vi è un’incidenza, quindi preciso che i vaccini non causano autismo. Così come non causano un abbassamento delle difese immunitarie. Non è vero che un bambino vaccinato è più debole e chi ha fatto la malattia è più forte a livello immunitario. Perché c’è questa disinformazione? Sinceramente non lo so. Ho colleghi che fanno medicina complementare che stimo e sostengo, sono solo alcuni che operano una campagna anti vaccini, non so che vantaggio ne traggano. Però chi mi dice che il morbillo è banale, si diventa rossi e si guarisce, e anzi più forte si fa meglio è, mente ed è egoista verso chi invece si è vaccinato".

I vaccini assicurano una protezione totale contro le malattie, o in casi rari ci si può ammalare comunque?
“La maggior parte dei vaccini offrono una copertura eccellente, come il tetano, la difterite, la poliomelite. Il morbillo offre una copertura molto buona, alcune persone non riescono a essere coperte al 100% ma se vivono in mezzo ad altre vaccinate correttamente non possono ammalarsi”.

Lei opera nel campo delle infezioni. Riscontra problemi che si potrebbero evitare se i bambini venissero maggiormente vaccinati?
“Capita di avere dei problemi perché i vaccini di base non sono usati da tutti. Per esempio, io sono d’accordo con gli asili nidi che accettano solo bambini vaccinati contro le malattie infettive: non farli è egoismo anche verso gli altri. Altro esempio, ci sono malattie che causano malformazioni al feto, come rosolia, morbillo o varicella. Sono facilmente preventivabili se la mamma è vaccinata prima della gravidanza, sovente ricevo chiamate di ginecologi che mi espongono casi di persone incinta a contatto con persone con la varicella. Cosa fare? Va discusso caso per caso. Il ginecologo, parlando di una possibile gravidanza, dovrebbe verificare se i vaccini sono stati fatti e proporli. Poi penso a chi ha malattie reumatologiche e ricevedei farmaci che bloccano il sistema immunitario, il che non permette di fare alcuni vaccini: se vengono fatti da bambini non causano problemi. Infine, pensiamo di nuovo alle epidemie di morbillo. Mi è capitato di entrare in contatto con un’infermiera a Ginevra che non ha somministrato il vaccino al figlio, anzi lo ha messo volutamente a contatto con malati di questa malattia, il bambino è poi morto per una meningite durata vari mesi e dovuta proprio al morbillo. La varicella negli adulti causano una polmonite a una persona su dieci”.

Dunque, lei consiglia ai genitori di far vaccinare i figli.
“Fra rischi e benefici, sono di gran lunga di più i vantaggi. Gli effetti collaterali sono pochi, fa male il braccio e viene la febbre, uno può essere allergico ma è molto raro, e gli unici vaccini con effetti collaterali potenziali sono quelli del morbillo. Anche in questo caso, le statistiche sono chiare: un bambino su 2’000 muore di morbillo, meno di uno su un milione muore per il vaccino del morbillo. Se lo Stato obbligasse a fare i vaccini i genitori non avrebbero la responsabilità, dando questa responsabilità gli adulti devono prendersi a cuore questi numeri”.

Del tema si parlerà questa sera a Bazzi Tuoi, su Radio Fiume Ticino alle 18. Ospiti di Marco Bazzi saranno lo stesso Garzoli e il presidente dell’Ordine dei medici Franco Denti.


Paola Bernasconi
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