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Cronaca
05.06.2017 - 08:300
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Il sogno di Cattaneo: vuole realizzare una funivia fra l'Alpe Foppa e il Motto Rotondo. "Il Tamaro è una montagna splendida"

La società Monte Tamaro ha presentato l'idea: 500 metri di dislivello, costerebbe una quindicina di milioni e valorizzerebbe "la vista che ancora manca all'Alpe Foppa"

RIVERA – Una nuova funivia, per collegare l’Alpe Foppa al Motto Rotondo. Lo ha presentato durante la sua assemblea sabato la Monte Tamaro di Rocco Cattaneo. Un sogno, per ora, ambizioso, ma che ha già le sue tempistiche: a partire dallo studio di fattibilità, fino a un progetto esecutivo da presentare, secondo i tempi indicati, entro settembre 2019.

La funivia avrebbe un dislivello di circa 500 metri, e costerebbe attorno ai 15 milioni di franchi. L’obiettivo dell’opera sarebbe duplice: ampliare e intensificare il sistema di percorsi escursionistici esistenti (Tamaro – Lema) con nuove percorrenze di interesse regionale e cantonale e realizzare un punto di vista in quota che permetta di godere durante tutto l’arco dell’anno del paesaggio che spazia dal lago Ceresio, al lago Maggiore, attraverso la catena alpina.

“Mentre dal Motto Rotondo lo sguardo spazia su tutto l’arco alpino, dal Monviso al Rosa, fino alle alpi grigionesi e bernesi, e sulla pianura padana, il delta del Ticino e della Maggia, il lago Maggiore e il Ceresio”, ha spiegato Rocco Cattaneo, anima del progetto, che presidede la società Monte Tamaro, a liberatv.ch

Con questa funivia, “vogliamo rendere accessibile la vetta anche a chi, penso in particolare ad anziani e bambini, non è in grado di affrontare escursioni di un certo impegno, e valorizzare ulteriormente la traversata Tamaro-Lema, perché anche per salire o scendere al Tamaro dall’Alpe Foppa è un bello ‘strappo’. Il progetto prevede anche di realizzare in vetta un ristorante con un centinaio di posti e la messa in sicurezza del sentiero che, in cresta, collega il Motto Rotondo al Tamaro, e da lì al Lema”.

Per Cattaneo, il Tamaro non è stato ancora abbastanza valorizzato. “Ma è una montagna splendida, un po’ come il Righi nel canton Svitto o il Pilatus a lucerna, una vetta che si trova inoltre a cavallo tra Verbano e Ceresio”.

L’investimento sarebbe di sicuro importante, però l’imprenditore è fiducios. “Dalla fine degli anni Sessanta a oggi nella regione del Tamaro sono stati investiti 200 milioni, quindi la somma, pur importante, non è proibitiva. I primi business plan indicano che l’investimento è interessante, perché non partiamo da zero: abbiamo già un bacino di 350'000 persone all’anno che frequentano il Tamaro Park, e la metà di queste persone viene da fuori cantone. Sono davvero contento, e penso anche al progetto del ponte tibetano in Val Colla, che in Ticino si stia risvegliando l’interesse per il turismo. Il turismo secondo me è un’importante ‘industria di esportazione’. È bellissimo che noi ticinesi possiamo godere delle nuove infrastrutture, ma dobbiamo anche pensare all’indotto economico”.

Il sogno è partito, e casualmente, appunto, è stato presentato a pochi giorni da quello del ponte tibetano in Valcolla, citato anche da Cattaneo. Due visioni, due idee per il turismo in Ticino, per valorizzare quello che abbiamo già. Buon lavoro, e che i sogni diventino realtà.


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