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Cronaca
07.06.2017 - 10:300
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Riina sconvolge l'Italia. Gratteri: "comanda anche solo con gli occhi". Il fratello di Borsellino: "fa tutto parte di una trattativa con lo Stato"

Il boss di Cosa Nostra è malato e una sentenza della Cassazione potrebbe permettergli di ottenere i domiciliari. Salvatore Borsellino: "se questo è lo Stato... mi è crollato tutto addosso"

BOLOGNA – È malato, e dunque ha diritto a una morte dignitosa, che il carcere non può garantirgli. Il Tribunale della sorveglianza, su sentenza della Cassazione, potrebbe riesaminare un’istanza di scarcerazione per uno dei boss più pericolosi della mafia italiana, il leggendario Totò Riina, che potrebbe terminare i suoi giorni ai domiciliari.

Una notizia che sta facendo il giro del mondo, raccogliendo reazioni indignate. Colui che sciolse un bambino nell’acido, che ordinò la strage di Capaci, potrebbe essere libero. “E se le sue vittime, che cosa meritavano?” si chiedono in molti. Addirittura, c’è chi fa il parallelo con Dj Fabo, l’uomo che per ricorrere al suicidio assistito dovette venire in Svizzera.

Al di là delle questioni etiche, che sono comunque centrali in questa vicenda, c’è il dubbio che si pongono in molti: Riina è ancora capo di Cosa Nostra? Una sua eventuale scarcerazione potrebbe permettergli di compiere altre stragi, di aumentare la sua influenza?

Non ha dubbi uno dei più autorevoli nemici della mafia, il procuratore antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri: “uno come lui comanda anche solo con gli occhi, e l’articolo 41bis è stato istituito proprio per evitare che i capi mafia diano dei segnali verso l’esterno” ha detto. Per poi aggiungere: "È ora di finirla con l'ipocrisia di chi sale sui palchi a commemorare Falcone e Borsellino e poi fa discorsi caritatevoli”.

Sconvolto e arrabbiato è anche il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, che lancia accuse pesanti: “quando ha scatenato la sua furia conto Falcone e Borsellino, sapeva benissimo che non sarebbe morto in carcere. Faceva parte dei patti con chi gli armò la mano, commissionandogli la seconda strage”.

E prosegue: “se questo è lo Stato Italiano, non rispondo delle mie azioni. Se penso a che cosa ha sacrificato Paolo, alla sua vita perduta, davanti a questa notizia sento crollarmi tutto addosso, dopo tanti anni di lotte e corse da un tribunale all’altro per invocare giustizia e verità”. Ha deciso di annullare le commemorazioni per il fratello previste il 19 luglio: “cosa commemoriamo?”.

Secondo Borsellino, si sta ripetendo il canovaccio del maxi processo al boss. “Rassicurava i suoi accoliti, dicendo che tutto si sarebbe sistemato in Cassazione. Il cambio del presidente, con la caduta di Corrado Carnevale, impedì la riuscita. Lo Stato da anni ha negato questa trattativa, ora parla di morte dignitosa”.
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