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10.06.2017 - 22:460
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Quel "Prima i nostri" che non piace alla Svizzera

L'Arabia Saudita ha introdotto delle quote di lavoratori indigeni da assumere per poter avere in organico anche stranieri. Il nostro paese ha importanti interessi nella zona

RIYAD – C’è una sorta di “Prima i nostri” che rischia di mettere in difficoltà parte dell’economia svizzera.

L’Arabia Saudita, principale partner commerciale del nostro paese in Medioriente, ha infatti deciso di intraprendere una misura per combattere la disoccupazione che, soprattutto nelle fasce giovanili, tocca quasi il 30%.

Dunque, prima di assumere stranieri, bisognerà avere un certo numero di lavoratori indigeni. A seconda delle quote di sauditi assunti e del fatto che essi raggiungano o meno le quote fissate per ogni settore, la ditta riceverà un punteggio in base al quale potrà eventualmente andare a cercare degli stranieri.

Prima i nostri, quindi. Con vantaggio delle donne che si vedono aprire porte lavorative prima chiuse.
La Svizzera, come detto, ha importanti affari nel paese, e le sue aziende danno lavoro a 12.000 persone in Arabia Saudita, in particolare nei settori della chimica, della farmaceutica e della finanza.
Adesso rischiano di trovarsi in difficoltà, anche se per il momento tutto pare proseguire nel migliore dei modi e una delegazione svizzera si è recata a Riyad.

Economiesuisse parla di ingerenze nel mercato del lavoro, con un’eco di quanto sostenuto da molti riguardo l’iniziativa UDC in Ticino.
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