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Cronaca
17.06.2017 - 20:000
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Disse alla Thatcher "da qui si vede l'Europa", fu tradito dalla Merkel, lascia un'UE che "dovrebbe prendersi una pausa": chi è stato Kohl

Lo storico cancelliere tedesco è morto ieri a 87 anni. Decisivo nella riunificazione delle due Germanie, contro la volontà di molti, ebbe un ruolo importante anche nell'avvio del processo di creazione dell'UE

BERLINO  - Riunificò la Germania, contribuì a fondare l’Europa. La sognava, Helmut Kohl, e si racconta che a un certo punto fece salire Margareth Thatcher sul Duomo di Strasburgo e le disse, “da qui si vede l’Europa”.

Lo storico cancelliere tedesco si è spento ieri, a 87 anni. Da tempo era costretto su una sedia a rotelle, prostrato dalla malattia  e da tragedie private come il suicidio della moglie, ma dal 1982 al 1998 ha tenuto le redini della Germania, entrando a pieno titolo nella sua storia.

Eletto quando il partito liberale decise di rompere l’alleanza con la SPD di Helmut Schmidt e lo scelse quale nuovo cancelliere. Forse nessuno avrebbe immaginato che quell’uomo, designato perché pareva promettere sicurezza, cambierà il volto dell’Europa e della Germania stessa.

Il suo capolavoro, dicono in molti, è stata la riunificazione tedesca, la creazione di quello che oggi è lo stato più potente d’Europa, e ha parzialmente in mano le sorti dell’UE, che guarda caso proprio Kohl aiutò a fondare. Per riunire le due Germanie, quella comunista e quella repubblicana, dovette affrontare il parere negativo di molti, da una parte e dall’altra. Persino Giulio Andreotti preferiva due Germanie, poi c’erano la lady di ferro Thatcher e Gorbachiov, che temeva la svolta data da un’unificazione.
Nel 1989 cadde il muro di Berlino, e l’evento storico gli fornì la possibilità di attuare il suo progetto, di fatto un terzo polo, in epoca di guerra fredda, fra Stati Uniti e Russia.

Il prezzo, se così si può chiamare, fu l’UE. Mitterand temeva che la nuova Germania avesse troppo potere, e dunque i due, alleati, diedero un’accelerata dapprima al patto di Maastricht poi alla creazione dell’Unione Europea. Il francese lo convinse anche ad abbandonare il marco tedesco. I tedeschi, non senza difficoltà, lo accettarono come contropartita per una nazione di nuovo unita.
Insomma, in tutte le vicende più importanti di quel periodo, Kohl c’è. È l’ultimo statista di quell’epoca ancora in vita, e con lui, è il commento di molti esperti, se ne va una parte di europeismo, quello quanto meno dei primi tempi. La sua opera continuerà con la sua delfina, Angela Merkel? Per lui era la ragazza, “das Mädchen” ma lo tradì nel 2000. Era scoppiato lo scandalo che pose fine di fatto alla carriera politica di Kohl: il suo partito aveva ricevuto dei finanziamenti con fondi neri, e lui non volle dire da chi provenivano. La Merkel, allora, scrisse una lettera in cui sosteneva che bisognava prendere le distanze da lui.

Kohl, intervistato dopo la Brexit, affermò che “l’Europa deve prendersi una pausa, fare un passo indietro e poi, lentamente, due passi in avanti, adottando un tempo compatibile con le possibilità degli Stati membri”.

Dunque, questa non è più la sua UE, ha fatto intendere. Se ne è andato dopo averla creata, lasciandola in difficoltà, ma con la Germania polo forte, la moneta unica riuscita e discussa, anni dopo l’idea sua e di Mitterand. Con lui, si chiude un’epoca, che però, guardando quanto sta succedendo, forse era già finita da molto.
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