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19.06.2017 - 11:280
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Il breviario di Jacopo Fo. Riflessioni senza tabù sul piacere maschile che i manuali di educazione sessuale non raccontano: "Dalle 'chiappette' del glande ai movimenti passereschi... Donne, fatevi prestare un pene e provate a perquisirlo"

Finalmente si torna a parlare apertamente di sesso, senza tabù, come dovrebbe essere. Dopo il ‘manuale’ di sesso anale dell’attrice premio Oscar Gwyneth Paltrow, ecco le riflessioni di Jacopo Fo, scrittore e regista, figlio del premio Nobel Dario e di Franca Rame. Riflessioni pubblicate sul ‘Fatto Quotidiano’ che sono una breve guida al piacere maschile

MILANO – Finalmente si torna a parlare apertamente di sesso, senza tabù, come dovrebbe essere. Dopo il ‘manuale’ di sesso anale dell’attrice premio Oscar Gwyneth Paltrow, che ha fatto discutere in tutto il mondo, ecco le riflessioni sul piacere maschile di Jacopo Fo, scrittore e regista, figlio del premio Nobel Dario e di Franca Rame. Riflessioni pubblicate sul ‘Fatto Quotidiano’ che sono una breve guida al piacere maschile.

di Jacopo Fo

“Verrebbe da pensare che in una società dominata dagli uomini si sappia tutto del piacere maschile, ma non è così.
Grazie al movimento femminista degli anni ’70, con milioni di donne che manifestavano e urlavano slogan su argomenti intimi si è scoperta l’esistenza del clitoride e di altre meraviglie femminee.

Ma siccome non c’è mai stato un movimento femminista maschile, pochi sanno che anche noi abbiamo il clitoride. Ancora oggi certe informazioni si trovano difficilmente persino sui manuali di educazione sessuale. Ma se non mi dici dove l’uomo prova il piacere maggiore, che educazione sessuale è?

Si tratta di una piccola area sotto le “chiappette” del glande. Se un maschio ci pensa un po’ si rende conto che al culmine dell’eccitazione è lì che cerchiamo di concentrare la sollecitazione. Per le donne verificare la collocazione del punto di massimo piacere maschile è abbastanza facile. Basta farsi prestare un pene e provare a perquisirlo. Il maschio ululerà ovunque ma solo se si sollecita quell’area si ottiene l’eiaculazione.

E il maschio è dotato di un altro strabiliante punto orgasmico che si trova alla radice del pene, nella parte interna. Questo punto è sollecitabile attraverso qualche tipo di aspirazione, ad esempio tramite i movimenti della muscolatura passeresca oppure con altri sistemi risucchianti (non entriamo nel dettaglio per decenza). Oppure è possibile agire esternamente con un massaggio tra testicoli e ano.

L’esistenza di questo luogo magico spiega anche il piacere anale maschile in quanto la radice del pene è raggiungibile anche per via posteriore a circa tre centimetri di profondità. Anche questo punto è praticamente assente nei testi di educazione sessuale, questo nonostante siano passati più di trent’anni da quando Leslie Leonelli, splendida sessuologa, lo descrisse dandogli pure il nome: Punto L.

Ma la super censura sul piacere maschile riguarda il fatto che al contrario di quel che comunemente si pensa, anche il maschio può essere frigido. Esiste l’eiaculazione senza orgasmo. Per gli antichi romani era la norma, infatti sostenevano che dopo il rapporto sessuale c’è la tristezza post coitum; ovviamente se hai sperimentato un orgasmo profondo e soddisfacente non sei per nulla triste! Sei triste se non ti è piaciuto. WIlliam Reich sosteneva che la metà dei maschi non sono in grado di raggiungere l’orgasmo. Non esistono oggi ricerche su questo argomento.

Quando ero un ragazzo ho sperimentato tutti i tipi di disastri sessuali: dall’eiaculazione precoce all’impotenza. Chiaramente vivevo la situazione con grande ansia e frustrazione. Per fortuna riuscii a trovare un po’ di calma e una ragazza gentile, riuscii a tranquillizzarmi e a raggiungere l’efficienza minima… Però non provavo niente. E fu un disastro capire cosa mi stesse succedendo, perché se vai al bar e dici che hai fatto sesso con una fanciulla bellissima e non ti è piaciuto, l’unico commento che ricevi è un secco: “Sei frocio!” Non è proprio contemplato che il maschio cacciatore, se la preda è degna, non goda!

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