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07.07.2017 - 15:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Il ritorno di Danti, "noi ticinesi siamo italiani, e abbiamo una classe politica immonda, che guarda al marketing e non usa il cuore"

Il fondatore di Lega Sud ha ribadito i suoi concetti in una bombastica intervista a un portale italiano. "La redenzione del Ticino deve passare dalla banche e dalle fiduciarie, per far sì che il popolo bue si stacchi da Berna"

RONCO SOPRA ASCONA - Il Ticino è in realtà parte dell'Italia, o almeno dovrebbe esserlo? È la teoria che da sempre anima Luciano Milan Danti, fondatore di quella Lega Sud che si presentò sia alle elezion Cantonali che a quelle Federali nel 2015, suscitando discussioni.

Una teoria che ha spesso scatenato ire e commenti, e che ogni volta che viene ripetuta suscita commenti. Danti, attivo ora in Consiglio Comunale a Ronco Sopra Ascona, si è fatto risentire attraverso una lunga intervista rilasciata al portale italiano PrimatoNazionale, creando un putiferio in Ticino.

Tralasciando l'articolata parte storica utilizzata per motivare il fatto che, a suo avviso, i ticinesi sono italiani, alcuni passaggi contengono senz'altro affermazioni forti.

Parlando del sentimento negativo che esisterebbe in Ticino ai danni degli italiani, dice che  "il discorso si può tradurre in semplice provincialismo; voi italiani (della Repubblica Italiana) ne siete affetti anche maggiormente, e di conseguenza anche i ticinesi (italiani non della Repubblica Italiana). Noi ticinesi essendo di cultura Lombarda abbiamo gli stessi identici vostri difetti, come i pregi. E quindi si tratta di “lotte fra fratelli”, in po’ come fra Firenze e Pisa. Nulla più".

"Noi ticinesi siano italiani ed in un non tanto lontano passato volevamo essere italiani anche con la forza, è un fatto. I vaneggiamenti di certi storici ticinesi che riportano un “ticinese” come buon patriota svizzero si possono sovvertire con molta facilità. Storici ticinesi che si sono inventati una realtà “ucronica”. Ecco il bisogno è questo: la dignità, la verità e la fierezza di appartenere ad un grande popolo, quello italiano, ma che ha il difetto di dimenticarsi della sua bellezza", prosegue Danti.

L'irredentismo italiano, ai tempi, in Ticino è stato secondo lui annacquato, e il nostro Cantone non è mai stato rivendicato in modo ufficiale. Danti contestualizza però parlando del Risorgimento italiano (ovvero, il movimento che ha portato all'unificazione della Penisola) come di qualcosa che non tutti gli italiani condividevano. E non tralascia l'aspetto economico ed opportunistico legato alle banche, "in fondo ad altri “italiani di documento” piace essere italiani perché ci piace e di conseguenza ci fa comodo avere la possibilità di portare i nostri soldi in un paese “italiano” evitando il fisco italiano. Nei ticinesi questo concetto è diventato quasi un diritto (quello di ricevere i soldi di evasione). Quindi la redenzione di un Ticino irredento deve passare per le banche e fiduciarie per far si che il bue si stacchi da Berna. Idealismo o no, lombardi o italiani; questo è il punto della situazione nel Ticino d’oggi!".

Nel pensiero di Luciano Milan Danti c'è stato un passo avanti, nel senso che, se prima vedeva una Lombardia che doveva staccarsi dall'Italia, ora ritiene che "la nostra grandezza è nata per essere italiana e non solo lombarda".

Non sono cambiate invece le opinioni critiche verso il Governo ticinese, "sia in Italia (Stato) e sia in Ticino abbiamo una classe politica immonda che pensa solo a fare marketing con argomenti che portano loro voti e gli fanno fare carriera. Ma cuore zero. Ripeto, il concetto fila, mi fa schifo è la classe politica che la fa andare avanti. Ed in questa ottica, comunque, un po’ di autonomia locale non fa male".

Non solo il Ticino, comunque, deve far parte dell'Italia, bensì anche Corsica, Nizzardo, Monginevro, Valle Stretta, Moncenisio, Svizzera italiana, Val Monastero, Venezia Giulia storica, Pelagosa, Malta e Dalmazia.

Un pensiero che probabilmente farà discutere. Il fatto che qualche politico ticinese stia rimarcando la distanza crescente del nostro Cantone da Berna, appare andare nella stessa direzione: ma se per essi un Consigliere Federale ticinese può colmare senza dubbio questa lontananza, per Danti no, perché per lui il Ticino non è ma stato svizzero.
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