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Cronaca
14.07.2017 - 18:000
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

L'orrore di Nizza, un anno dopo. Lo straziante ricordo di una cugina della vittima ticinese, "ci direbbe di amare incondizionatamente e di tenerci stretti i nostri cari"

"La mano gelida dell'ISIS co ha portato via il nostro sole", scrive la donna. "Linda ci chiederebbe di non lasciare che paura e odio si impossessino della nostra anima, di sorridere e di non sprecare la vita in rancori che non possono cambiare i fatti"

NIZZA - Erano circa le 22.30, e molti turisti e residenti affollavano la Promenade des Anglais a Nizza, per assistere ai festeggiamenti legati alla festa nazionale francese. È passato un anno, una data che in molti non scorderanno mai. Perché le risate e l'allegria si sono spente in un attimo, un momento di follia: un autocarro ha iniziato a falciare la folla, una Renault Midlum bianca, ha investito molte persone, per circa un chilometro e mezzo, sparando anche sulla gente impaurita.

Un attentato terroristico in piena regola, il primo con la modalità della vettura che falcia la folla, poi tristemente utilizzato in altri attacchi. I morti sono stati 86, i feriti più di 300. Fra le persone che hanno perso la vita in quella tragica notte anche 3 svizzeri, fra cui una ticinese, Linda Casanova.

A un anno di distanza da quell'incubo, una cugina della donna ha inviato una lettera al portale liberatv.ch, parole che saranno inciso e portate al museo delle vittime a Nizza, per volontà del marito di Linda.

Ecco il suo toccante scritto:

"Linda Casanova, vittima ticinese nell'attentato di Nizza del 14 luglio 2016: io non sono una mamma che a più di 80 anni perde una figlia, né un marito che, oltre ad aver vissuto un attentato, vede morirgli tra le braccia la moglie, né un fratello, uno zio, una zia, un nipote... Io sono una cugina, solo una cugina, che però amava questa persona e con cui aveva un rapporto speciale, fatto di risate, gioco e sostegno...

Il 14 luglio 2016 l'Isis ha poggiato la sua mano gelida sul cuore della mia famiglia e ce lo ha strappato, portandoci via il nostro sole, la risata contagiosa, il nostro amore: Linda.

Hanno scritto che è l'amore che fa girare il mondo. Con Linda il mondo girava un po' più velocemente...

La sua morte ci costringe a fermarci e a fare un bilancio della nostra vita e dei nostri valori... Che cosa siamo? E che cosa siamo diventati?

Morire per la voglia di potere, perché un essere umano vuole sovrastarne un altro, è la cosa più disumana che possa succedere all'umanità.

Per quanto mi riguarda, non ho tutte le risposte, ma so che ogni vittima ha lasciato una scia di dolore in coloro che sono rimasti a dover affrontare la sofferenza, la rabbia e lo sgomento, senza comprendere il reale senso di tutto questo orrore. Un dolore che forse nel tempo si placherà, ma con cui si dovrà convivere per sempre.

Se Linda fosse qui, oggi, ci chiederebbe di non piangere la sua morte, ma di commemorare la sua vita e quella di tutte le vittime innocenti. Lei ci direbbe di amare incondizionatamente e di tenerci stretti i nostri cari perché infondo sono l'unica cosa che conta.

Ci chiederebbe di sorridere e di non lasciare che la paura e l'odio si impossessino della nostra anima.

Ci spronerebbe a non sprecare la vita in rancori che non non possono assolutamente cambiare i fatti, ma di vivere; perché la vita è un dono prezioso e va vissuta, sempre e comunque, anche per chi, come lei, ogni giorno, la perde per la follia umana".
 
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