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21.07.2017 - 17:550
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Incontro in seno alla Regio Insubrica, "il Ticino ha confermato formalmente l'addio al casellario. Ma non c'è nessuna data per la firma dell'accordo fiscale"

Il Segretario Francesco Quattrini riassume il pomeriggio. "Auspichiamo la nascita del consorzio per la navigazione, per portare un valore aggiunto ai laghi frontalieri. Riguardo l'immigrazione non c'è emergenza"

MEZZANA – Incontro oggi a Mezzana fra i membri dell’Ufficio Presidenziale e del Comitato Direttivo della Comunità di lavoro Regio Insubrica. Per la prima volta sotto la Presidenza del Vice Presidente della Regione Piemonte Aldo Reschigna e il coordinamento del nuovo Segretario, Francesco Quattrini, l’Ufficio Presidenziale e il Comitato Direttivo della Regio Insubrica hanno passato in rassegna diversi temi di particolare attualità e rilevanza per il territorio insubrico.

In particolare, si è parlato dello sciopero che ha interessato i dipendenti della NLM, di accordo fiscale e di migrazione. Per i dettagli, abbiamo interpellato Francesco Quattrini.

Nel comunicato inviato in redazione si legge che avete discusso dello sciopero della NLM. Da parte italiana ci sono stati anche dei commenti relativi alle braccia incrociate?
“Più che altro si è appunto auspicata la nascita rapida di questo consorzio, affinché si possa da una parte creare un’alternativa occupazionale per le 34 persone che sono state licenziate e perché dal punto di vista dell’Insubrica si è coscienti che c’è un potenziale inespresso di sviluppo della navigazion, di linea e soprattutto turistica. Il consorzio potrebbe portare un valore aggiunto sui laghi frontalieri, in particolare su quello Maggiore”.

In Italia si sono avute delle ripercussioni dallo sciopero? È stato dato un giudizio di quanto successo?
“A livello pratico non sono state valutate conseguenze negative sul servizio, si è solo menzionata la situazione estremamente tesa e difficile seguita al licenziamento di queste persone. È stato un sciopero che per metodi e durata esce dagli schemi, non accade spesso in Svizzera”.

Adesso come vi muoverete? Desiderate, si legge, che le Regioni siano coinvolte, vero?
“Ora scriveremo ai Ministeri dei trasporti di Svizzera e Italia, sottolineando il nostro auspicio spiegato prima. Le Regioni senz’altro manifestano regolarmente l’interesse di essere coinvolti. Il Ticino per il sistema federalista svizzero è già coinvolto nei negoziati bilaterali sulla navigazione, mentre essendo il sistema italiano centralista, quelle italiane sono informate ma non quanto il Ticino, che si è fatto portatore della mediazione che ha portato alla fine dello sciopero. Le Regioni italiane non hanno delle competenze proprie, esse sono gestite a livello ministeriale”.

Sulla Stabio-Arcisate si è detto ancora qualcosa?
“Il tema è principalmente bilaterale e coinvolge Ticino e Lombardia, si è comunque sottolineata l’importanza del ruolo dei buoni uffici della regio Insubrica che ha permesso qualche settimana orsono l’incontro tra il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e del Consiglio di Stato Manuele Bertoli, il quale ha poi permesso di arrivare a una soluzione sulla questione”.

Fra i temi transfrontalieri immaginiamo ci sia stata la questione migranti. Com’è la situazione?
“I rappresentanti della Provincia di Como ci hanno riferito che la situazione migratoria, per quanto riguarda la Città di Como, è sotto controllo. Lo stesso vale per il Ticino, pur essendoci dei casi di immigrazione illegale che rientrano comunque nella norma: non c’è nessuna emergenza in questo momento”.

Infine, si è parlato dell’accordo fiscale, Su questo fronte, ci sono novità? L’Italia ha intenzione di firmalo o non si sa ancora nulla?
“Per quanto concerne l’accordo fiscale c’è stato uno scambio di aggiornamenti sulle informazioni in possesso di una parte e dell’altra. Anche questo è un dossier gestito a livello ministeriale, fra Roma e Berna. Il Ticino ha potuto formalmente ricordare, visto che non c’erano state recentemente delle riunioni della Regio Insubrica, la decisione del riorientamento della decisione riguardante il casellario giudiziario presa nel giugno scorso, una delle due condizioni che l’Italia aveva chiesto di togliere per arrivare alla firma. Per il Ticino e la Confederazione dunque le condizioni sono state rimosse e si aspetta una rapida firma, però da quanto è saputo sia da parte ticinese che lombarda e piemontese non ci sono date fissate”.

Paola Bernasconi
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