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Cronaca
15.08.2017 - 14:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

"Il Festival, un'esperienza a 360°". Brunschwig risponde a Brusaporco, "è rimasto fuori qualcuno perché c'era più gente, gli alberghi il tallone d'Achille"

Il nuovo direttore operativo ribatte alle critiche. "Stiamo pensando a un sistema di prenotazione. Il pubblico ha parlato di un grande salotto, dal PalaCinema, esso stesso un'attrazione, alla Rotonda sino al Gran Rex e al Locarno Garden".

LOCARNO – Ieri su La Regione, Ugo Brusaporco ha attaccato il Festival di Locarno, facendo notare quelle che secondo lui sono pecche. Gli risponde, in modo pacato ma per le rime, il nuovo direttore operativo Raphael Brunschwig, pur non entrando nel merito alla parte legata alla qualità dei film.

La prima accusa è quella delle lunghe file di fronte alle sale, soprattutto Kursaal e PalaCinema, con persone rimaste fuori.
“Noi abbiamo spedito i dati (da noi pubblicato nell’articolo su Brusaporco, ndr), da cui si vede che c’è stato un aumento considerevole degli ingressi in sala. Non abbiamo aumentato il numero di film, e abbiamo potuto sfruttare le tre nuove sale del PalaCinema e il nuovo Rex e abbiamo avuto una maggiore agilità nell’allocare gli slot delle rappresentazioni, in particolare delle repliche. I fattori che hanno influito sono stati diversi: c’è stata a nostro avviso più pubblico a Locarno, e ciò è probabilmente anche dovuto all’eccezionalità di quest’edizione, dove si viveva un anniversario e dove il Festival è stato tematizzato maggiormente sui media, oltre che AlpTransit che ha probabilmente avvicinato gli svizzeri tedeschi. Le strutture alberghiere erano praticamente piene. Sicuramente sono possibili delle ottimizzazioni, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo del PalaCinema. Come già anticipato da Marco Solari, nei prossimi mesi ci chineremo sull’ideazione di un sistema di prenotazione almeno per alcune sale. Non vuol dire che nessuno resterà fuori, ma si potrà gestire il tutto meglio, prevedendo semmai doppie proiezioni. Non è comunque successo spesso, è spiacevole quando accade, vero”.

Per quanto concerne i problemi relativi alle ricezione alberghiera, cosa ci dice?
“Sappiamo che è il tallone d’Achille del Festival, la crescita ulteriore di pubblico è limitata dal numero delle strutture ricettive. Ci sono diversi progetti in vari comuni della cintura, auspichiamo ovviamente un aumento dell’offerta, ma siamo fiduciosi che le buone cifre di quest’anno siano di buon auspicio per il futuro”.

Collaborare con regioni del Ticino che non siano solo il Locarnese è un’idea percorribile?
“Da parte nostra cerchiamo di farlo. Lugano si avvicinerà enormemente con l’apertura della galleria del Ceneri. C’è però da dire che i festivalieri vivono Locarno al 100%, la città si trasforma tutta durante il Festival, e andare fuori è visto come un limite. Si continuerà comunque collaborare con hotel fuori dal Locarnese”.

Brusaporco ha criticato la Rotonda, ma voi non volete che sia il luogo clou del Festival bensì un evento collaterale, giusto?
“Assolutamente sì. La nostra strategia degli ultimi anni è di fare dell’esperienza del Festival un’esperienza a 360°. Il cuore continua a essere la programmazione, col lavoro di Carlo Chatrian, è lì che si devono mettere le risorse e puntare all’eccellenza. Ma non basta più offrire una poltrona e uno schermo, perciò abbiamo sviluppato delle proposte di aggregazione per momenti di condivisione prima e dopo il film. La Rotonda è un tassello importante, un modo con cui il Festival può coinvolgere di più la regione e i giovani, mostrando loro che il Festival non è qualcosa di lontano bensì ha altre offerte. Quest’anno abbiamo fatto vivere Parco Balli creando il Locarno Garden, ed è divenuto uno dei luoghi simbolo, dove i festivalieri si sono ritrovati, per discutere e stare assieme. Abbiamo rinnovato anche lo Spazio Cinema, altro centro nevralgico del Festival. Quello che rende unici i Festival è la condivisione dell’esperienza, prima e dopo le proiezioni. La Rotonda non è una risposta ai problemi, l’insieme di queste offerte è un valore aggiunto per chi vive il Festival”.

Comunque, il vostro bilancio dell’edizione numero 70 è positivo?
“Sia per gli aspetti quantitativi sia per quelli qualitativi! Ho sentito commenti che affermano che Locarno è diventata una sorta di grande salotto, con i festivalieri che hanno la possibilità di andare da una location all’altra, tutti luoghi molto curati da vivere tra una proiezione e l’altra”.

Lei non parla dei film, ma ci può almeno dire se quello che ha vinto le è piaciuto?
“Avendo giornate di lavoro piuttosto lunge e occupandomi degli aspetti organizzativi, è difficile vedere i film, riesco a recuperare parte del Concorso principale dopo l’evento, per cui non ho ancora potuto vedere il film vincitore”.

Adesso inizierà la sua direzione operativa, ha già in mente qualche cambiamento da apportare?
“Chiaramente ho delle idee. Il primissimo obiettivo è di assicurare in modo solido la struttura, e sarà già un compito parecchio impegnativo. Il Festival negli ultimi anni ha dimostrato anche dal punto di vista della direzione operativa una forte dinamicità, e mi impegnerò per il mantenimento di questo spirito e questo fermento che idealmente porterà a risultati tangibili e concreti. Per le mie idee, avento di fatto cominciato solo oggi nella nuova funzione è ancora presto, ma già abbiamo citato almeno cantiere, quello legato al ticketing, al quale aggiungo la valorizzazione del rinnovato GranRex, per il quale nelle prossime settimane metteremo a disposizione tutti i dettagli per chi volesse farne uso".

Paola Bernasconi


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