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Cronaca
17.08.2017 - 15:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

"Suo padre nel 2016 ha acquistato un Iphone 6 e sottoscritto un abbonamento". Ma lui è deceduto quattro anni e mezzo fa...

Un'altra vicenda con protagonista la Swisscom. "Mi ha richiesto il certificato di morte del papà, poi si è rifiutato di fornirmi il numero in questione. Ha promesso di richiamare, arrabbiandosi anche, ma non ho più avuto notizie", ci racconta una lettrice

MURALTO – Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato la vicenda del lettore costretto a inviare alla Swisscom, per non vedersi bloccare il cellulare, un cedolino postale di cinquanta centesimi (avendo pure difficoltà in Posta) per sanare uno scoperto di… un centesimo. Si era lamentato con noi, ma non è l’unico scontento della compagna telefonica.

Nei giorni scorsi infatti abbiamo ricevuto la telefonata di una nostra lettrice che ci ha reso partecipi di quanto le è successo, una vicenda per certi versi ancor più credibile. La donna, sulla sessantina, si è trovata confrontata con la difficile decisione di ricoverare l’anziana madre in casa anziani.

Tra le varie incombenze, ovviamente, ha dovuto liberare l’appartamento dove essa ha vissuto per una trentina d’anni, prima col marito, deceduto quattro anni e mezzo fa, poi sola.

Ha contattato la Swisscom, non senza malinconia, per disdire l’abbonamento telefonico, dato che ormai lì non vive più nessuno. E per ora nessun problema, anche se le è stato fatto notare che il numero risulta ancora sotto il nome del padre. “Non l’avevamo mai cambiato, a dire il vero non ci avevamo neppure pensato…”, ci spiega. Ma, appunto, fin qui tutto bene.

Poi l’operatore della compagnia telefonica le fa notare che registrato sotto nome e indirizzo dei genitori, c’è un altro numero. “Parlava di un cellulare”, prosegue il suo racconto. “Mi sono stupita: non hanno mai voluto avere un telefonino, neppure quando io insistevo che, in caso di necessità, sarebbe stato utile”. Si fa dettare il numero, che non annota. Non le dice nulla, e fa notare all’interlocutore che si tratta di un errore.
“No”, insiste lui. “Suo padre, a inizio 2016, si è recato nel nostro shop a Grancia e ha sottoscritto un abbonamento, acquistando un Iphone 6”.

Al che lo stupore della nostra lettrice si fa maggiore. “Mio padre, appunto, è deceduto quattro anni e mezzo fa”, ribadisce. E lo spiega, di nuovo, all’uomo. Nulla da fare, anzi, egli comincia a sospettare che al telefono non ci sia realmente la figlia dell’intestatario dell’abbonamento. “Non abbiamo mai ricevuto bollette relative a un cellulare a casa dei miei genitori”, gli dice ancora la donna.

Le fatture, però, vengono regolarmente pagate. Ma, appunto, in casa di Iphone non ve ne è traccia. La lettrice sta perdendo la pazienza, e elenca i numeri e gli intestatari degli abbonamenti in uso in casa. E, dato che l’incaricato della Swisscom non demorde, gli chiede di annullare anche quell’abbonamento, in modo da chiudere la faccenda.

“A questo punto, non posso. Devo fare delle verifiche”, continua imperterrito. La donna, armata questa volta di carta e penna, richiede il numero. “Non posso più darglielo”, è la risposta dell’uomo, che chiede, per togliere l’abbonamento, “il certificato di morte di suo padre”.

La nostra lettrice si arrabbia, ripete che è assolutamente impossibile che suo papà si sia recato a qualsiasi shop, essendo appunto deceduto, e fa notare la sua irritazione all’incaricato. “Mi sto arrabbiando anch’io”, ribatte quello, “anzi, la telefonata sta già durando più del previsto”.

Infatti, deduce la nostra interlocutrice, se gli addetti Swisscom rimangono a lungo in linea, la compagnia può credere che non siano in grado di risolvere i problemi. Come infatti in questo caso. “Farò delle opportune verifiche, potrebbe esserci un caso di omonimia, dato che l’abbonamento è registrato a questo indirizzo, e potrebbe esserci stato un errore”, prova a smorzare alla fine. Promette di richiamare in tre giorni.

È passata più di una settimana. Del numero non si sa nulla, delle bollette neppure, e nessuno dalla Swisscom ha richiamato. Così la nostra lettrice ha voluto raccontarci la storia. Incredibile…
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