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15.09.2017 - 12:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Camera di commercio e AITI scrivono a PPD e PLR. "Prima i nostri è illegale, il 9 febbraio ha portato misure concrete: votate no!"

Albertoni e Modenini si sono rivolti ai gruppi parlamentari dei due partiti di centro. "Per il rispetto le Istituzioni devono ai cittadini, proposte illegali devono essere a priori essere rifiutate da un Parlamento. Non miniamo le basi del nostro Stato"

BELLINZONA – “Attenzione a non minare le basi del nostro Stato di diritto con decisioni illegali e inapplicabili!”. Camera di Commercio e AITI hanno preso carta e penna e hanno scritto ai gruppi parlamentari di PPD e PLR, cercando di metterli sull’attenti su ciò che secondo loro non va in “Prima i nostri”: un nervo scoperto, l’iniziativa dell’UDC, su cui spesso e volentieri si accendono micce di dibattito.

Quello vero, in Parlamento, avverrà presumibilmente a ottobre, e così Albertoni e Modenini hanno deciso di contattare i partiti di centro. “Per il rispetto che le Istituzioni devono alle cittadini e ai cittadini, proposte illegali devono a priori essere rifiutate da un Parlamento”.

E Prima i nostri, secondo loro, è illegale: “è stata dichiarata incompatibile con il diritto superiore, quindi illegale, col Consiglio di Stato, valutazione che condividiamo. Anche il Consiglio federale, nel messaggio concernente la garanzia federale alla modifica della Costituzione cantonale ha ricordato che i margini di manovra del Canton Ticino sono molto limitati e che l’attuazione deve comunque rispettare il diritto superiore”.

Non regge, per Camera di commercio e AITI, la motivazione secondo che “fintanto che la Confederazione non interverrà ad attuare i principi votati il 9 febbraio 2014, i Cantoni sono liberi di prendere le loro misure. Si tratta di un argomento falso e fuorviante”: il 9 febbraio è stato applicato, con l’obbligo da parte dei datori di lavoro di segnalare posti vacanti, ovvero “misure concrete che vogliono contribuire all’assunzione di persone residenti disoccupate e alla ricerca di un posto di lavoro”.

Prima i nostri, gli atti parlamentari proposti e la legge di applicazione “non sono in grado di reggere ad una verifica giudiziaria. Leggi nate zoppe non potranno mai essere validamente applicate. I giudici ne constateranno i vizi e dichiareranno la loro nullità o inapplicabilità”.

Quindi, la richiesta di Albertoni e Modenini è di votare no. Il dibattito, per ora a distanza, è pronto a decollare… di nuovo!
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