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17.10.2017 - 16:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

"Perché me l'ero cercata, anche se ero una bambina. La vittima di violenza si sente in colpa, sempre. Subirla porta a ricreare lo stesso rapporto, lo dice la scienza"

La prima, tremenda testimonianza di una donna. "Quando mi picchiavano a casa, era di certo colpa mia. In clinica, dicevo che ero bambina che aveva bisogno di attenzioni, anche l'uomo che doveva verificare che ero vergine. Poi lo stupro con calci e bruciature di sigarette..." ‪#quellavoltache

dai racconti di #quellavoltache

Nella mia vita ho subito quasi tutte le violenze che si possono perpetrare a una donna.

Sono stata molestata pesantemente quando ero piccola, sono stata molestata sul lavoro, un ricatto alla Wesestein (mentre facevo la segretaria in un'oscura azienda di provincia), sono stata picchiata dal compagno più volte.

Anche quando mi stavo curando, in clinica, ho subito molestie.

Ho subito un rapporto sessuale violento seguito da botte, calci nella schiena e bruciature di sigarette, quando ero sotto gli effetti dell'alcol (e questa non l'ho mai detta a nessuno, l'ho raccontata ieri per la prima volta al mio compagno vergognandomi tantissimo e sentendomi sporca).

Non ho mai denunciato queste cose. Ne ho parlato nei miei libri, questo sì. Ma non ho mai avuto il coraggio di denunciare, fare esposti, ecc. Perché? Perché mi sentivo in colpa. Perché me l'ero cercata, anche se ero una bambina. La vittima di violenze si sente in colpa, sempre.

Quando venivo picchiata in casa mi vergognavo: io, donna istruita, indipendente, scrittrice che aveva persino parlato di femminicidio veniva ora picchiata? Ma come! Come avevo potuto permetterlo. Era di certo colpa mia che mi ero ficcata in quel guaio.

Sono stata molestata in clinica. Due uomini hanno chiuso la porta e tirato fuori il pisello davanti a me e hanno cominciato a masturbarsi. Era colpa mia. Li avevo provocati. "Sono due bei ragazzi, cosa vogliono da una cicciona? Sicuramente me la sono cercata". “Sicuramente se l'è cercata”, dicevano gli altri. Le altre, soprattutto le altre. “Ha bisogno di attenzioni quella bambina, se le cerca”.

Diceva l'uomo che doveva verificare, per me, lo faceva per me, se ero vergine e metteva il suo dito lì, più volte, per controllare.

Perché tutte a me? Perché subire violenza da piccoli lede pesantemente la tua capacità di percezione del pericolo. Tra le tante cose. E porta pure a ricreare lo stesso tipo di rapporto. Lo dice la scienza, non io.
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