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Cronaca
08.11.2017 - 11:410
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Per l'esperta, la Svizzera è considerata una base logistica per i jihadisti, dunque non dovrebbe essere a rischio attentati

Ieri l'arresto di dieci persone, fra cui uno svizzero e la sua compagna colombiana ma residente in Svizzera, ha fatto grande effetto sull'opinione pubblica. Anne Giudicelli, "in passato già identificate filiere nelle zone, possibile vi sia un'alta concentrazione di profili radicalizzati"

BERNA – Nell’ambito di una vasta operazione anti terrorismo, sono finiti in manette anche uno svizzero e la sua compagna, arrestata sul suolo elvetico. E ritorna la psicosi degli jihadisti, dopo che è stata scoperta una vasta rete, fra la Francia e pare il nostro paese, di persone radicalizzate, che in contatto fra loro col sistema di messaggistica Telegram si erano espressi con dichiarazioni preoccupanti.

Nove persone, comprese fra i 18 e i 65 anni di età, sono stati arrestati in Francia, fra Mentone e Aix-en-Provence, e nella regione parigina, fra cui uno svizzero 27enne. Il giovane pare fosse in contatto con un ragazzino 13enne che stava preparando un attentato jihadista con un coltello, oltre che essere attivo sui social. La sua compagna, una 23enne colombiana, è stata fermata in Svizzera, nel Canton. L’uomo era tenuto d’occhio dal Ministero pubblico della Confederazione per violazione della legge che vieta Al Qaeda e l’ISIS, nonché per sostegno o partecipazione a un’organizzazione criminale già nel 2016, e in seguito nell’indagine era entrata anche la donna.

Ma la Svizzera deve avere paura? Il Corriere del Ticino ha interpellato Anne Giudicelli, responsabile della società francese di consulenza Terrorisc, ed esperta del mondo arabo e musulmano. “Il fatto che in passato siano già state identificate delle filiere nelle zone svizzere e francesi fa si che siano considerate come zone in cui è presente una più alta concentrazione di profili radicalizzati. Al di là dell’aspetto territoriale, è importante stabilire come questi individui siano entrati in contatto e capire se, oltre agli scambi avvenuti attraverso i social network, ci sono stati degli incontri reali”, spiega.

Il nostro non pare essere un paese a rischio attentati, “nonostante siano presenti alcune cellule terroristiche sul territorio, la Svizzera ha il vantaggio di essere considerata come una base logistica. Un ruolo che in un certo modo la protegge da eventuali attacchi”.
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