ULTIME NOTIZIE News
Cronaca
30.12.2017 - 15:260
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

"Non vuoi lavorare (su base volontaria) l'ultimo dell'anno? E io ti spedisco a 100 chilometri". Il caso di una commessa fa discutere

La donna, impiegata all'Eurospin di Susa, non ha acconsentito a lavorare il 31 dicembre. Ed è scoppiato il caos, "ho crisi d'ansia e i giornalisti mi cercano. Dei colleghi nessuno dice nulla, qualcuno mi evita, ma i clienti mi dicono che ho fatto bene"

SUSA – Punita per non aver voluto lavorare l’ultimo dell’anno che, in Italia, non è obbligatorio: infatti, prestare servizio nei giorni festivi è su base volontaria. Lei, commessa all’Eurospin di Susa, con famiglia, ha detto di no.

Ogni mattina, per lavorare, lascia i suoi figli presso una zia. E non se l’è sentita di essere al lavoro anche l’ultimo giorno dell’anno, non essendo obbligata. I suoi superiori non l’hanno presa per niente bene, e per punizione, anche se nessuno lo dice, le hanno imposto una settimana in una filiale a 100 chilometri di distanza e orari per questi giorni che fanno sì che la donna arrivi a casa più tardi ancora la sera.

Lei, quando le hanno comunicato il trasferimento, seppur momentaneo, ha avuto un diverbio coi capi e ha accusato un malore. Il medico le ha prescritto alcuni giorni di malattia, ma poi è dovuta tornare al lavoro. “Il mio contratto di lavoro prevede le trasferte solo per validi motivi, come calamità o urgenze. Ma questo silenzio mi preoccupa. In precedenza sono andata più volte a lavorare presso altre sedi senza creare problemi, ma questa volta mi sembra che si tratti di una ritorsione per punirmi del mio rifiuto di lavorare per l’ultimo dell’anno”, ha spiegato a Repubblica.it.

Il suo caso ha fatto il giro d’Italia, un clamore che di sicuro non si aspettava. "Tutti i media parlano del mio caso, mi sono recata dal dottore e mi ha prescritto due ulteriori giorni di totale riposo. Mi suona il telefono di continuo, ieri, fuori dal supermercato, erano presenti i giornalisti per intervistarmi, ma fortunatamente ero uscita prima dal lavoro. Mi sento osservata".

Soffre di crisi d’ansia, e anche l’ambiente che ha trovato, rientrando al lavoro, non è dei migliori.”Nessuno ha affrontato il tema, ma alcuni colleghi mantenevano le distanze, forse per paura. Le colleghe iscritte al sindacato invece mi sono state vicine. Molti avventori del supermercato che da anni mi conoscono sono venuti a parlarmi, mi hanno detto che ho fatto bene a ribellarmi. Ho agito così per far rispettare il mio contratto, non per poca voglia di lavorare”.

Una donna che, nonostante chieda silenzio sulla sua vicenda, sta diventando un simbolo. Come finità la storia?
Tags
base volontaria
chilometri
ultimo
fa
commessa
base
caso
susa
lavoro
donna
© 2024 , All rights reserved