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16.01.2018 - 12:290
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Dal Ticino una scoperta che può forse rivoluzionare la cura per il cancro alla prostata!

Un team guidato dal professor Alimonti ha scoperto che il metabolismo dei lipidi funzioni come benzina per sostenere la macchina tumorale: un dettaglio mai chiarito. "Abbiamo individuato dei composti farmaceutici che possono inibire l'enzima dei mitocondrio responsabile della crescita, contenendo la sintesi dei grassi"

BELLINZONA – Il tumore è da sempre “il male”, quello che fa paura, che distrugge una vita, che fa precipitare nella paura, nel tunnel delle cure. Che portano spesso sofferenza, ma che fortunatemente sempre più spesso funzionano e portano alla guarigione. La ricerca medica si è concentrata da tempo sui tumori, per trovare i modi migliori di combatterli e prevenirli.
Ed ora una scoperta che potrebbe portare a grosse novità viene proprio dal Ticino, più precisamente da un team di ricercatori dell’Istituto Oncologico di Ricerca (IOR) dell’Università della Svizzera italiana (USI, Facoltà di scienze biomediche) guidato dal Prof. Andrea Alimonti, di cui ha parlato in un recente articolo della prestigiosa rivista Nature Genetics.

Il tema è complesso, proviamo a seguire le spiegazioni e a capire passo per passo.
“Per anni si è cercato di comprendere i meccanismi alla base della proliferazione delle cellule tumorali: come una macchina ha infatti bisogno di benzina o di elettricità per muoversi, le cellule tumorali hanno bisogno di metaboliti per crescere e proliferare. Fino ad oggi tuttavia non si conosceva di quali metaboliti la cellula tumorale avesse effettivamente bisogno”.

Sin qui, forse, è abbastanza chiaro, a parte il termine metabolita: secondo wikipedia, si definisce nel seguente modo: “è il prodotto (intermedio o finale) del processo del metabolismo[1]. Dopo che una sostanza è stata assimilata dall'organismo, subisce un processo di trasformazione che ha la funzione di rendere la sostanza assunta più facilmente assorbibile o eliminabile. Questo avviene sia con le molecole assunte con la dieta, sia con i farmaci, sia con le molecole prodotte dall'organismo stesso. La molecola, una volta trasformata, assume il nome di metabolita”.

“Per anni si è creduto che per supportare la loro crescita le cellule tumorali avessero bisogno di aumentare soprattutto il loro consumo di glucosio, senza servirsi del metabolismo del mitocondrio, una teoria inaugurata agli inizi ‘900 dal premio Nobel per la medicina Otto Warburg. Il mitocondrio è un organello che produce l’energia necessaria alla sopravvivenza della cellula, funzionando come una sorta di centrale elettrica”.

Ma il team dello IOR ha capito che effettivamente il tumore (qui si parla di quello alla prostata) necessita di questo organello, ma per una questione diversa.  “Contrariamente a quanto pensato per quasi un secolo abbiamo scoperto che le cellule del tumore prostatico hanno bisogno proprio del mitocondrio, non perché questo produca energia, bensì in quanto esso è in grado di regolare uno specifico processo metabolico. In particolare, il mitocondrio è in grado di regolare - tramite un complesso enzimatico chiamato PDC - la sintesi dei grassi (o lipidi)”, spiega il professor Alimonti.

La sintesi in pratica è una reazione che fa ottenere uno o più composti. “Lo studio pubblicato da Nature Genetics dimostra che senza la capacità di produrre efficientemente lipidi, le cellule del tumore prostatico non sono in grado di crescere e metastatizzare, pur in presenza di un’aumentata glicolisi. “Ci siamo accorti che nelle cellule del tumore della prostata l’attività del complesso enzimatico PDC è 10 volte quello di una cellula normale proliferante e che a causa di questo le cellule accumulano moltissimi lipidi”, prosegue Alimonti”.

“È noto come una dieta ricca di grassi possa aumentare il rischio di sviluppare un tumore della prostata e che le persone obese siano più predisposte allo sviluppo di questo tipo di tumore. Il fatto che il metabolismo dei lipidi funzioni come benzina per sostenere la macchina tumorale non era tuttavia mai stato chiarito in dettaglio e questa scoperta apre quindi nuovi e inattesi scenari nella terapia contro il cancro”.

Quindi, ecco la novità della scoperta ticinese: contendendo in qualche modo la sintesi dei grassi, che appunto fa da benziona, si può cercare di combattere il tumore, e questo agendo sull’enzima del mitocondrio che fa crescere il tumroe stesso.

“Abbiamo individuato un numero di composti farmaceutici in grado di inibire selettivamente - in diversi modelli sperimentali - l’enzima del mitocondrio responsabile della crescita tumorale, contenendo la sintesi dei grassi e senza danneggiare le cellule normali”, continua il professore, che però aggiunge, a scanso di equivoci: “Ci tengo a precisare però che la nostra scoperta non implica che pazienti affetti da tumori debbano sottoporsi a uno stretto regime dietetico, cosa per altro dannosa: una riduzione dei grassi nelle cellule del tumore può essere infatti ottenuta solo bloccando il metabolismo della cellula tumorale attraverso specifici farmaci”.

Dunque, non è il cibo che si ingerisce, bensì la “colpa” è dei grassi nelle cellule, e per ridurre le loro azioni che permettono alla cellula tumorale di crescere, il lavoro è da effettuare sull’enzima del mitocondrio.
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