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Cronaca
17.01.2018 - 09:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

"Cari allievi", il docente scrive. "Non ho mai insultato nessuno. Se non ho risolto i malintesi con una stretta di mano, mi scuso"

Affissa all'albo è arrivata una lettera del professore indagato. "Mi sono trovato davanti tre persone del DECS e mi hanno detto che mi volevano buttar fuori dalla scuola. Probabilmente la mia satira e il mio humor non sono apprezzati da tutti: quelle frasi vanno però contestualizzate"

BELLINZONA – È in malattia, per evitare la sospensione causata dall’inchiesta che lo vede coinvolto per comportamenti irrispettosi, però la sua presenza è tornata nei giorni scorsi a farsi sentire al liceo di Bellinzona. Il docente indagato ha fatto affiggere all’albo, lo stesso dove alcune allieve lo accusavano e altri studenti lo difendevano, la sua versione.

Racconta, un po’ come aveva fatto il suo legale Tuto Rossi, che è stato convocato dal DECS per una riunione, “dopo essere stato informato genericamente che degli studenti si sarebbero lamentati del mio comportamento e che la questione è in mano al dipartimento”. Si trova davanti tre persone, che gli propongono una serie di frasi, cercando giustificazioni a ognuna, mandandolo nel panico, scrive, nella missiva arrivata alla RSI. “Dopo pochi minuti, vengo interrotto dall’alto funzionario che mi comunica la sua decisione di buttarmi fuori dalla scuola dal 1° gennaio”.

Chiede una pausa di riflessione, di poter far ascoltare anche i compagni dell’allievo. “Ho dedicato tutta la mia vita alla scuola, tentando di fare del mio meglio in buona fede. La prospettiva di finire così il mio percorso scolastico dopo trent’anni di insegnamento mi ha fatto cadere in una piccola depressione, che sto curando”.

Poi passa a parlare di sé, del suo carattere. “Accetto che la mia colpa sia stata costruire una certa complicità didattica, …, un ambiente particolare dove anche il linguaggio assume connotazioni più libere, più dirette, più popolari, legate alla parlata di tutti i giorni”. Dice di usare iperboli, anche fatti di cronaca, per sdrammatizzare.

“Probabilmente la  mia satira o il mio humor non è apprezzato da tutti o forse è capitato che un allievo/a si sia direttamente o indirettamente sentito a disagio. Ho sempre cercato di risolvere i malintesi con una stretta di mano, come detto da alcuni allievi, e se non ci sono riuscito me ne scuso”. Insomma, qualche frase c’è stata, e lo ammette, ma chiede scusa.

“Non ho mai insultato nessun allievo, non ho mai imprecato, non mi sono mai presentato a lezione in condizioni sopra le righe”, precisa però, pur parlando di feeling particolari che possono nascere con alcune classi.

"Le frasi riportate, così come sono state presentate, a brani e spezzoni, singolarizzate ed enuncleate dal contesto generale, le fa apparire altamente scioccanti. In realtà lo sono assai meno se contestualizzate nella completezza del discorso delle quali fanno effettivamente parte", prosegue, ringraziando poi chi gli ha mostrato solidarietà.
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