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29.01.2018 - 12:190
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

"Siamo tutti figli di africani". La provocazione del genetista, "senza migrazioni avremmo la pelle scura"

"Le razze non esistono", sostiene il ferrarese Guido Barbujani. "Se scegliamo il colore della pelle, otteniamo una classificazione, con il Dna un'altra e col gruppo sanguigno una diversa. Le leggi razziali fasciste? Furono un pasticcio indecente per compiacere Mussolini"

FERRARA – Le razze umane non esistono, a differenza di quanto si credeva 80 anni fa, ai tempi del fascismo. A spiegarlo in una dettagliata intervista al portale ilfattoquotidiano.it è il genetista ferrarese Guido Barbujani, che parte da due principi: “ognuno di noi ha il 99,9% del dna e un parente in comune con qualsiasi altra persona sulla Terra” e “la pelle bianca non sarebbe esistita senza la migrazione: gli studi genetici fatti sulle ossa fossili preistoriche dimostrano che se 7-8mila anni fa i migranti provenienti dal Medio Oriente e dal nord della Russia fossero stati bloccati, oggi in Europa saremmo tutti quanti scuri”.

Dunque, parlare di razze è sbagliato. Ci sono sfumature diverse in ognuno, come in una tavolozza, spiega.

“Siamo tutti quanti figli di un gruppo molto piccolo di persone che 100mila anni fa è uscito dall’Africa e ha colonizzato la Terra. E’ una ricostruzione fedele della nostra storia”, prosegue. Tutti figli di africani, volendola mettere come provocazione, con le migrazioni attuali che sono solamente il seguito di quelle di sei milioni di anni fa. Addirittura, dagli studi effettuati, gli europei 7mila anni fa avevano “la pelle scura e gli occhi azzurri. La pelle chiara è arrivata grazie a due ondate migratorie: una dal Medio Oriente e una dal Nord della Russia, come detto prima: ribadisco, se fossero stati bloccati, saremmo tutti scuri”.

Il termine razza inizialmente si utilizzava in ambito equino, poi è divenuta una parola che indicava “un gruppo di animali, di persone, di alberi, che si assomigliano tra di loro”. Ma secondo cosa? Barbujani fa notare come i criteri non sono univoci. Tenendo conto della pelle, si finirebbe in un “contenitore razza”, guardando il Dna in un altro e pensando al gruppo sanguigno in un altro ancora. Un bel caos!

Ma allora le leggi razziali, ai tempi del fascismo? “Il documento fu un pasticcio indecente, scritto solo per soddisfare Mussolini. In quattro righe troviamo quattro definizioni diverse: siamo ariani, dunque apparteniamo a un gruppo che comprende anche buona parte dell’Asia, poi siamo italiani, due righe più sotto diventiamo mediterranei occidentali e infine europei”.

Il genetista poi offre la sua ricetta contro i pregiudizi: viaggiare, conoscere altri modi di vita. Ed è convinto che elettoralmente convenga avere un nemico, ovvero in questi periodi il migrante. Basti pensare al candidato di centro-destra alla Regione Lombardia, Attilio Fontana, che ha visto aumentare il suo consenso parlando di difesa della razza bianca. “Finchè esistono disuguaglianze economiche, ci sarà sempre gente che verrà da noi”, afferma. A un bambino, direbbe solo che non è dal colore della pelle che si vede se una persona è migliore di un’altra.

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