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Cronaca
30.01.2018 - 09:520
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Braccia incrociate all'ATS per 24 ore. "Pronti a discutere ma in modo chiaro. Col ridimensionamento si rischia di perdere il contributo della Confederazione"

L'azione dimostrativa di incrociare le braccia per tre ore ha sortito il solo effetto di convincere la direzione e affiancare degli assistenti sociali ai dipendenti. I giornalisti ritengono che il rapporto di fiducia sia ormai compromesso e chiedono una soluzione al Consiglio di Amministrazione

BERNA – All’ATS  la situazione continua a essere critica: anche dopo lo sciopero di avvertimento, la direzione ha proseguito coi colloqui di licenziamento, e dunque i giornalisti tentano una misura più incisiva: sciopero per 24 ore, e non più solo per 3, come l’altra volta.

La direzione continua a parlare di motivazioni legate ai costi per licenziare ed ha cocnesso solo un aiuto psicologico ai dipendenti che stanno vivendo un crollo mentale,  non con psicologi ma con assistenti sociali.

“Oltre all’atteggiamento prepotente e alla scarsa disponibilità alle trattative alla pari dimostrati finora, la direzione dell’ATS ha rilasciato di recente alla stampa dichiarazioni che le hanno fatto perdere ogni credibilità agli occhi dei dipendenti. Queste dichiarazioni mostrano chiaramente che la direzione non si sente minimamente responsabile nei confronti del personale dell’azienda. Secondo quanto detto dal CEO Markus Schwab in un’intervista, egli risponde del proprio agire solo agli azionisti. In questo modo è andata completamente persa ogni fiducia nella direzione”, si legge in una nota

Per i dipendenti, il rapporto di fiducia con la direzione è stato inesorabilmente distrutto, solo il Consiglio di amministrazione, che ha la responsabilità strategica dell’azienda, può trovare una soluzione a questo conflitto. I giornalisti sono pronti a dialogare, ma solo di fronte a  discussioni aperte e trasparenti che permettano di valutare obiettivamente una condizione che a loro non appare chiare.

“La soppressione dei posti di lavoro nella misura proposta non solo ha distrutto il rapporto di fiducia con la direzione, ma mette anche in forse la diffusione di notizie a livello nazionale di notizie provenienti da tutta la Svizzera. Queste prestazioni dell’ATS sono particolarmente importanti per i piccoli e i medi editori privati che dispongono di mezzi finanziari limitati”, prosegue il cominicato, che sottolinea che “anche l’eventuale contributo della Confederazione di due milioni di franchi è messo in pericolo da un taglio occupazionale di queste dimensioni. Ci chiediamo quindi quanto sostenibile sia la via intrapresa dalla direzione dell’ATS se essa distrugge la qualità delle prestazioni finora fornite, se avvelena il clima di lavoro e se mette in pericolo entrate milionarie”.
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