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03.02.2018 - 17:070
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Argo1, il Governo alla Commissione d'inchiesta: “Quanto verificato dal perito aggiunge qualche elemento conoscitivo attorno alla volontà degli attori, ma non muta la cronistoria della vicenda"

E sulle presunte segnalazioni di Rainbow: "È una ditta concorrente, che non sembra aver segnalato per altre vie questa presunta inadeguatezza, e ha reiterato il suo interesse a ottenere nuovi incarichi nel settore"

BELLINZONA – “Tutto quanto verificato dal perito aggiunge qualche elemento conoscitivo attorno alla volontà degli attori, ma non muta la cronistoria della vicenda per quanto già conosciuto al termine delle verifiche della Sottocommissione parlamentare di vigilanza. Nemmeno aggiunge indicazioni quanto a nuove misure da adottare”.
Queste sono in sostanza le conclusioni della lettera con la quale il Consiglio di Stato ha trasmesso alla Commissione parlamentare d’inchiesta il rapporto del perito Marco Bertoli sul caso Argo1. Una lettera di quattro pagine nella quale il Consiglio di Stato segnala, tra l’altro, le valutazioni della direzione della Rainbow sull’inadeguatezza della Argo1. Elemento di cui ha parlato questa mattina LaRegione.

Ma cosa scrive esattamente il Governo alla Commissione d’inchiesta? Scrive che Rainbow, vale a dire la ditta che a fine 2014 perse il mandato per la gestione della sicurezza nei centri per rifugiati gestiti dal Cantone, “sostiene di avere informato nell’ottobre 2015 il ministro Beltraminelli sulla inadeguatezza della Argo1. Sulla portata di questa informazione, che si ricorda proveniente da una ditta concorrente, la quale non sembra aver segnalato per altre vie questa presunta inadeguatezza, e ha reiterato il suo interesse a ottenere nuovi incarichi nel settore, il Consiglio di Stato lascia a voi l’onere della valutazione”.

Scopo dell’incontro tra il direttore della Rainbow, Michele Tamagni, che tra l’altro è presidente distrettuale del PPD di Bellinzona, era cercare di riottenere dei mandati nei centri per rifugiati. L’agenzia di sicurezza era stata scelta dal Dipartimento anni prima, lavorando per un importo di circa 1,7 milioni di franchi, con regolari risoluzioni governative (ma non sempre a quanto pare), risoluzioni che sono invece mancate nel caso del successivo mandato ad Argo1. E da qui è nato il caso di cui si parla ormai da un anno…
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