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Cronaca
08.02.2018 - 10:590
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

"Da patrimonio storico a festa commerciale". Tre consiglieri fanno le pulci al Rabadan, dalle barriere ai costi, dalla sicurezza al rischio attentati. "E un concorso pubblico per l'organizzazione?"

David, Lucchini e Boscolo ritengono che le barriere di sicurezza, piazzate settimane prima, siano un problema: "ci sono basi legali? Se una società privata volesse organizzare la festa, come dovrebbe fare? Chi ci dice che chi vive all'interno del perimetro è meno pericoloso di altri?"

BELLINZONA - Un carnevale troppo militarizzato, oltre che caro. Si sta perdendo lo spirito del Rabdan? Non hanno dubbi in merito Ronnie David, Alessandro Lucchini e Lisa Boscolo, consiglieri comunali rispettivamente dei Verdi e di Unità di Sinistra e Gioventù Socialista. "Da patrimonio storico ad una festa commerciale in tutto e per tutto. Da un’occasione di incontro spensierato e allegro per i bellinzonesi a una macchina da soldi dalla società che lo gestisce, con la complicità del Municipio", scrivono in un'interpellanza inviata al Municipio bellinzonese.

Si dicono preoccupati per i prezzi, "che selezionano di fatto chi può partecipare e chi no" ma anche per "l’eccessiva presenza di forze di sicurezza (rigorosamente private) che presidiano il perimetro del carnevale" , addirittura presenti per settimane.

"Essendo una manifestazione unicamente commerciale andrebbe aperto un pubblico concorso per l’attribuzione del carnevale e il comune dovrebbe riscuotere importanti pedaggi per l’occupazione accresciuta del suolo pubblico", sostengono.

E rivolgono una serie di domande, divise in tre parti, a partire dall'accesso a quello che chiamano "perimetro militarizzato", poi ai costi e alla sicurezza, con l'assillante dubbio che comunque chi vive all'interno dell'area del Rabadan possa introdurre, se volesse, qualcosa di pericoloso.

La prima riguarda la Città “militarizzata” – accesso al perimetro:

"Per quale ragione delle barriere sono comparse in Città con tre settimane di anticipo, bloccando l’accesso ad alcune zone e commerci della Città e dando un’immagine di una Bellinzona “militarizzata”?

Alcuni residenti del centro storico durante la manifestazione si lamentano di un accesso difficoltoso e quasi negato per dirigersi nella propria dimora. Come giudica il Municipio questa situazione?

Secondo quanto comunicato dal Municipio in occasione di un suo scritto del 25 luglio 2017, chiunque voglia raggiungere qualcuno all’interno del perimetro del carnevale “deve semplicemente segnalarlo e l’accesso gli viene concesso senza alcun obbligo di pagare il pass”. Ciò dimostra l’assenza di basi legali per poter chiudere la città del carnevale e quindi di obbligare a pagare il pass. Corrisponde al vero che, durante la manifestazione, si può andare a visitare qualcuno senza dover pagare il pass? Quanti casi sono avvenuti negli ultimi anni? A chi bisogno chiedere? Alla società Rabadan o alla polizia comunale? Nel caso fosse il primo, come mai?

Come mai il Municipio ha impiegato più di 9 mesi per rispondere alla richiesta di informazione del sorvegliante dei prezzi che sta cercando di approfondire la legalità di quanto proposto a Bellinzona con la chiusura “militarizzata” della Città?"

Poi si passa agli aspetti finanziari.

"Quanto paga la società Rabadan alla Città di Bellinzona per l’occupazione del suolo pubblico che dura, in alcune zone della Città, anche per oltre un mese e mezzo?

Quanti finanziamenti diretti ed indiretti versa la Città, anche attraverso le sue aziende, alla società Rabadan? Quanti e quali dei servizi offerti dalla Città per la buona riuscita della manifestazione non sono fatturati alla società Rabadan? A quanto ammonta l’importo di queste prestazioni?

Condivide il Municipio l’attuale impostazione del carnevale con spot pubblicitari addirittura all’estero e lo snaturamento di una festa popolare trasformata in business?

Su quale precisa base legale viene concessa l’intero perimetro della Città del carnevale in gestione alla società Rabadan? E’ stato fatto un concorso pubblico per la gestione del carnevale, che allo stato attuale, non è null’altro che un’attività commerciale?

Se ci fosse un'altra società privata che volesse organizzare il carnevale, come si dovrebbe comportare? come gestirebbe la situazione il Municipio?"

Infine, le domande relative alla sicurezza.

"Per poter garantire che la zona interna alla Città non contenga oggetti pericolosi, armi bianche, bottiglie in vetro, esplosivi o fuochi pirotecnici la Città viene bonificata approfonditamente prima di iniziare i festeggiamenti? Anche le abitazioni dei privati e negli spazi commerciali?

Come può essere garantita la sicurezza dato che possono essere presenti oggetti pericolosi all’interno del perimetro della Città del carnevale in abitazioni private e spazi commerciali?

Nella risposta al sorvegliante dei prezzi del 25 luglio 2017 il Municipio scriveva:“Lasciare libero accesso all’area equivarrebbe a mettere potenzialmente in serio pericolo l’ordine pubblico generale (che potrebbe essere compromesso); si pensi solo alle bottiglie di vetro (potenzialmente pericolose) e a tutti gli altri oggetti pericolosi (anche armi, in particolare coltelli) che potrebbero essere portati in luoghi in cui sono presenti moltissime persone (ci sono serate con 20'000 persone!) Non è peraltro fuori luogo pensare anche ad eventuali, possibili attentati e quindi la perquisizione all’entrata dell’area dove ci sono migliaia di individui appare assolutamente indispensabile”. Secondo il Municipio gli abitanti all’interno del perimetro della Città del carnevale sono esenti da qualsiasi sospetto e sono cittadini potenzialmente meno pericolosi degli altri? Perché?

La sicurezza è tenuta a verificare cosa e quanto entra all’interno delle tendine?"

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