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Sanità
12.03.2018 - 19:150
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Si sentì male ma volle essere dimessa per non perdere gli esami. A seguito della morte di una giovane, un viceprimario a processo per omicidio colposo

I fatti risalgono al 2012, quando il viceprimario dell'Ospedale Regionale di Lugano dimise la 25enne, la quale morì una ventina di giorni dopo per tromboembolia polmonare. Decreto d'abbandono per altri due medici e due assistenti, ma non per lui, che per Noseda fu negligente

LUGANO – Una giovane che si sente male, non vuole saltare gli esami di avvocatura, si fa dimettere, si risente male e muore. È una vicenda del 2012, ma presto pare, secondo quando riferisce la RSI, avrà un epilogo in tribunale: alla sbarra comparirà un viceprimario dell’Ospedale Regionale di Lugano, per omicidio colposo.

Con lui inizialmente erano stati indagati anche altri due medici e due assistenti, nei loro confronti è stato emesso un decreto d’abbandono. Non per il medico.

Il 20 novembre 2012 una 25enne fu ricoverata dopo essere svenuta. Aveva gli esami di avvocatura, e non li voleva perdere, per cui fu dimessa il giorno dopo. Passò poco, una ventina di giorni, e l’8 dicembre si sentì di nuovo male, morendo per una tromboembolia polmonare. A nulla servì il ricovero all’Italiano.

Il medico è accusato da John Noseda di non aver diagnosticato il rischio di tromboemboliga, di non aver eseguito gli esami necessari, di non aver trattenuto la paziente per ulteriori accertamenti e per non aver prescritto le cure adeguate. È difeso da Mario Branda, che non rilascia dichiarazioni, così come l’EOC.

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