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Cronaca
21.03.2018 - 13:590
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

"L'orologio si è fermato alle 17.03". Forse anche la vita di un'intera famiglia. Il dolore del fratello di Andrea Tamborini, "non può non esserci rabbia. E sete di giustizia"

I colleghi di Falò, ad alcuni mesi dal drammatico incidente che costò la vita a un uomo divenuto padre da una settimana, ucciso da un ubriaco, hanno raccolto la testimonianza del fratello. Sul luogo dell'incidente: "mi sembra di vederlo, di vedere le immagini, le foto che mi hanno mostrato"

SIGIRINO – “Era una settimana che era diventato papà e quella sera lo aspettavamo a casa per organizzare una cena tutti insieme, con il bambino di sette giorni”. Un’idea gioiosa, un’occasione di ritrovo. Ma lui, Andrea Tamborini, a quella cena non è mai arrivato. Non è più tornato a casa.

L’uomo, in scooter (dopo pochi giorni avrebbe ripreso a recarsi al lavoro in treno...), fu ucciso da un 36enne italiano residente ad Arbedo. Il quale aveva il 2 per mille di alcool nel sangue, e aveva seminato il panico fra Bellinzona e Sigirino per la sua guida spericolata, tanto che erano state avvisate le pattuglie della Polizia. 

Prima che esse potessero fermare il 36enne, che era uscito dalla Clinica Psichiatrica di Mendrisio pochi giorni prima, l’impatto che mette fine alla vita di Andrea. “L’incidente è successo alle 17.03, perché l’orologio di mio fratello si è fermato al minuto dell’impatto che ha avuto sulla strada, sull’asfalto”, racconta il fratello, interpellato da Falò, in un breve e commovente video.

Sono passati alcuni mesi da una vicenda che aveva rattristato l’intero Cantone. una morte assurda, per di più per un uomo che da pochissimi giorni aveva iniziato l’avventura più bella, quella della paternità. Un dramma senza fine per la moglie e il piccolo, che di fatto non conoscerà mai il padre.

I colleghi della RSI portano il fratello sul luogo dell’incidente. Guarda le auto passare, lo sguardo triste, perso nel vuoto. “Mi sembra di vederlo, di vedere le immagini di allora, le fotografie che mi hanno mostrato”. Scuote la testa. “Sono sconvolto, sono”, ripete.

Cosa prova una famiglia, quando succedono incidenti simili? “Quando si viene a sapere com’è successo, non può non esserci, almeno al momento, la rabbia. E poi anche una fame di giustizia”.

Il 36enne è accusato di omicidio volontario, subordinatamente colposo. La vita della famiglia Tamborini prosegue. Ma senza Andrea, un vuoto che non si colmerà mai.
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