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Cronaca
24.04.2018 - 09:150
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

"Le armi erano solo per la caccia". I misteri del caso di Gorduno: chi ha chiamato la Polizia? Da chi si sarebbe voluto recare il 57enne?

E un testimone attacca la Polizia, "sono sconvolto, mai viste scene del genere. Lo hanno spinto contro il muro per mettergli le manette". L'uomo è un operaio noto in paese, a casa aveva delle armi ma effettivamente è un appassionato di caccia alla selvaggina, come dimostra anche il suo profilo Facebook

GORDUNO – Le armi le usava per la caccia: così si giustifica il 57enne arrestato a Gorduno. L’uomo è stato fermato fuori da un esercizio pubblico, perché stava minacciando di andare con intendi bellicosi a casa di qualcuno, dicendosi armato.

In realtà, le armi erano a casa, e per l’uomo è scattato il fermo e poi il ricovero alla clinica di Mendrisio. Si tratta, stando al Corriere del Ticino, di un operaio molto noto in paese, incensurato, che vive con la moglie. La procuratrice pubblica Marisa Alfieri ordinerà probabilmente una perizia psichiatrica per capire in che stato si trovasse. Comunque, che la caccia alla selvaggina sia una delle sue passioni si nota anche dal profilo Facebook e ha le regolari patenti.

Erano circa le 22 quando probabilmente una frase detta dal 57enne ha allarmato qualcuno: non si sa chi abbia chiamato la Polizia, se un avventore del locale o la possibile vittima. Anche di essa si sa veramente poco. Non è noto infatti presso chi si sarebbe voluto recare.

Una persona presente nel ritrovo pubblico si è detto sconvolto dal modus operandi degli agenti. “Lo hanno spinto contro un muro per poi mettergli le manette ai polsi. Non avevo mai assistito ad una scena simile”, le sue parole. Le pattuglie giunte sul posto sarebbero state quattro, in tenuta d’assalto.
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