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24.05.2018 - 14:250
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Como-Ticino, parole di fuoco. "Chiudono le dogane e dobbiamo subire la loro decisione?". "Noi invasi ogni giorno, allora chiudiamo le frontiere". "Dobbiamo togliere le feste cattoliche per voi?"

Il sindaco di Como parla addirittura di un problema internazionale per cui si vorrà sedere al tavolo col nuovo Governo. Reagiscono Gobbi e Quadri: "Non ha assolutamente voce in capitolo sulle nostre festività. Ma blocchiamo tutto, pure i ristorni". Galeazzi ironico, "il sole fa male"

COMO – È battaglia fra Como e i politici ticinesi. Tema, manco a dirlo, il traffico e le strade. Il tutto è partito da una frase del sindaco comasco Mario Landriscina, che ha affermato, esasperato, come “sono molto arrabbiato perché la pianificazione era stata fatta, ma una città di 90mila abitanti non può trovarsi a dover gestire da sola centinaia di tir in coda per la chiusura della dogana svizzera. Loro chiudono tutto per le festività e in inverno per la neve, e noi subiamo la loro decisione”.

Ovvero, i giorni di Pentecoste con le dogane chiuse hanno causato code che hanno paralizzato, a suo dire, la città.

“È un problema internazionale, non appena sarà insediato il nuovo Governo presenteremo una richiesta di incontro per chiedere un intervento”, sostiene addirittura a La Provincia di Como. “La prima cosa riguarda le relazioni internazionali con la Svizzera e la necessità di accordi: loro possono chiudere la dogana, ma le ricadute non possono essere solo nostre. Se noi facessimo altrettanto? Non possiamo accettare soluzioni che vadano a discapito dei residenti”.

Naturalmente,  in particolare i leghisti hanno reagito male. Da Norman Gobbi a Lorenzo Quadri. “Ah ecco, e ogni giorno lavorativo invece da noi…”., accenna Gobbi.

Più deciso il Consigliere Nazionale, “ogni giorno entrano in Ticino 65'500 frontalieri uno per macchina, più migliaia di padroncini e distaccati che intasano le nostre strade ed autostrade ed impestano la nostra aria, oltre a generare dumping salariale e a soppiantare i lavoratori ticinesi. Inaccettabile. Ogni giorno il Ticino viene attraversato da svariate migliaia di TIR UE in transito parassitario. Inaccettabile. Il frontalierato del crimine imperversa nel Mendrisiotto e non solo. Inaccettabile. Quindi: chiudiamo le frontiere! E sia chiaro che il signor di Sindaco di Como non ha assolutamente voce in capitolo sulle nostre festività. Che tra l'altro mica sono state introdotte oggi! Passi lunghi e ben distesi. O, con un'espressione utilizzata in modo "bipartisan" sia al di qua che al di là della ramina: vadaviaiciapp! E, prima di blaterare contro la Svizzera ed il Ticino, si ricordi, il signor sindaco, quanti dei suoi concittadini ed elettori hanno la pagnotta sul tavolo solo grazie al nostro Cantone. Chiaro il messaggio o ci vuole un disegno?  E noi a questi politicanti dovremmo pure versare i ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri? Ma blocchiamo tutto subito! Sveglia CdS!”.

“Caro Sindaco Landriscina ....quindi per accontentarla, potremmo far togliere le festività cattoliche ( per la gioia di qualcuno anche in  Svizzera)...a condizione però che lei si tenga 65000 auto giornaliere di frontalieri...sembra equa la proposta o no? A parte il sarcasmo ... i primi raggi di sole a qualcuno fanno male ... speriamo in un'estate non troppo torrida”, ha invece picchiato Tiziano Galeazzi, già protagonista di un articolo sul traffico ieri.
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