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25.05.2018 - 17:350
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

La via del PPD per i salari minimi, "applichiamo una perequazione su stipendi minimi di residenti e non, in modo che i primi siano più alti"

Il partito pipidino ritiene che le proposte della Sottocommissione Lavoro siano migliori di quelle precedenti ma che non bastino ancora. "Vorremmo un salario minimo per tutti, però facendo sì che quelli di chi vive qui siano superiori a quelli di chi vivono all'estero: sarebbe sostenibile per le aziende"

BELLINZONA – Un salario minimo per tutti, ma quello minimo per i residenti deve essere più alto rispetto a quello dei non residenti. È la ricetta proposta dal PPD per risolvere l’annosa questione di fissare una forchetta entro cui situare gli stipendi in Ticino.

La Commissione Gestione ha avanzato l’idea di 19-19-50 franchi, che non va giù al PS e ai Verdi: i primi sono pronti a proporre 20-20,5 franchi con un messaggio di minoranza.“Partendo da queste proposte, migliorative rispetto a quanto indicato dal Governo, il Gruppo PPD+GG ricorda che in Svizzera il costo della vita è nettamente più alto rispetto ai paesi confinanti ed in particolare rispetto all’Italia. Si pensi ad esempio agli oneri sempre più importanti legati al costo della cassa malati, che in media ammontano al 12% dello stipendio minimo. Pertanto il Gruppo PPD+GG ritiene assolutamente necessario proporre ulteriori accorgimenti, affinché l’applicazione della decisione popolare sul salario minimo risulti equa per rapporto al potere d’acquisto dei beneficiari”, si legge in una nota.

Non è ancora sufficiente, però. “D’altra parte una soluzione sul salario minimo deve considerare la situazione imprenditoriale ticinese e le difficoltà che riscontrano alcune aziende confrontate alla concorrenza internazionale. In questo senso un aumento generico degli stipendi metterebbe in difficoltà alcune imprese del nostro Cantone, con il rischio di perdere preziosi posti di lavoro”.

Quindi, l’idea pipidina è di invitare “la Sottocommissione Lavoro a proporre un meccanismo perequativo sui salari dei lavoratori residenti e non residenti (perequazione di residenza) in modo tale che tutti gli stipendi orari netti dei residenti interessati dal salario minimo siano superiori rispetto a quelli dei non residenti, mantenendo un salario minimo lordo identico per tutti (residenti e non residenti). In questo modo si evita che lo stipendio di un lavoratore residente risulti più oneroso rispetto a quello del non residente. Tale meccanismo dovrà essere attuato sfruttando risorse, canali e piattaforme già esistenti oppure creando un fondo apposito”.

“Inoltre, rispetto ad altre proposte sul tavolo che chiedono l’aumento delle soglie minime lorde, questa soluzione permetterebbe di aumentare maggiormente i salari minimi a beneficio dei residenti mantenendo inalterata la massa salariale a carico dei datori di lavoro”. Potrà piacere?
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