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Cronaca
27.04.2016 - 15:280
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

«Io, competente per i morti...». Mirante scherza, poi denuncia: «per le donne è più dura»

Alla municipale socialista di Torricella-Taverne è stato attribuito solo il Dicastero del cimitero. «A noi è richiesto di essere più competenti e convincenti. Per il congedo parentale si dovrà alzare l'asticella»

TORRICELLA-TAVERNE - Amalia Mirante è stata "declassata": alla municipale socialista di Torricella Taverne, candidata per il Consiglio di Stato alle ultime cantonali, sono stati tolti i Dicasteri di cui si occupava da otto anni, nell'ambito di socialità, educazione e finanze, nonché le commissioni, e le è stato attributo il Dicastero del cimitero. Una decisione che ha scatenato la reazione e la solidarietà della coordinatrice dei Verdi Michela Delcò Petralli, che scrive che «la politica attiva è ancora impregnata di maschilismo». Pochi giorni fa, la stessa accusa era stata di fatto mossa da Sara Beretta Piccoli. Cosa ne pensa la diretta interessata?Signora Mirante, come si sente?«Sicuramente ferita, da un punto di vista delle competenze professionali, anche se non è un dicastero che fa la differenza a livello professionale, e come persona. In queste cose si porta sé stessi. Se ci fosse stata una ragione in questi otto anni di Municipio e nei dodici in cui faccio politica per dire "hai sbagliato qualcosa, hai fatto qualcosa di errato nei confronti del Comune"... non posso recriminare, posso aver fatto degli errori ma non tali da mettere in discussione la gestione dei dicasteri. Ragioni? Non me ne hanno date, semplicemente è stata una ripartizione dettata dalla legge dei numeri».Ha pensato, delusa, di mollare?«Assolutamente no, penso di aver lavorato sempre negli interessi del Comune, penso che i cittadini lo sanno e andrò avanti a farlo. Non sono io a dover dire di avere le competenze, chi si loda di imbroda, il segnale è "stattene zitta al tuo posto", ma non sarà così». Come dice Michela Delcò Petralli, l'hanno "declassata" perché donna?«A qualcuno il fatto che io sia donna dà fastidio ed è emerso diverse volte, non tutti fanno trasparire la parità di genere come uno dei principi guida del loro agire, anche all'interno del Municipio. Ma dire che è stato deciso così solo perché sono donna sarebbe sbagliato. Le donne che possono apparire competenti e con un certo carisma non sempre sono apprezzate, quello sì, ma non solo in politica, anche nel lavoro. Non posso comunque escludere ci sia anche quello che tra le ragioni che hanno condotto a non rispettarmi come persona capace, dato che alla fine non mi hanno dato nulla. Il tutto vuol dire che se escono con comunicati nei gruppi in cui si dice che l'attribuzione è stata fatta per competenze, deduco di esserlo in tema di morti. Da lì passiamo tutti... è cinico ma è così (e ride, ndr.)». Sara Beretta Piccoli affermava di non essere stata scelta come capogruppo PPD a Lugano perché donna. La politica ticinese è maschilista?«Fino a lunedì scorso sono certa di essermi guadagnata la stima dei miei colleghi magari faticando un po' di più. Credo che alle donne sia richiesto di essere maggiormente preparate, maggiormente convincenti, è più dura per noi. Dire che la politica ticinese è maschilista non è giusto. Racconto un aneddoto: nei miei primi incontri da neoeletta municipale anni fa mi chiedevano spesso di chi fossi la moglie, e io rispondevo "di nessuno ancora... ". Ma non mi sono mai sentita, neppure per la campagna delle cantonali, non apprezzata perché donna, sarebbe scorretto affermarlo».A proposito di parità dei sessi e famiglia, è stato bocciato il congedo paternità. Un suo commento?«Nel mio comune siamo riusciti, prima della fine della legislatura, a introdurre dieci giorni per i dipendenti papà, ed ho contribuito attivamente. Purtroppo bisognerà ricominciare e forse puntare ancora più in alto per un congedo parentale più lungo per entrambi i genitori. Nelle decisioni metterei l'accento che la società non si rende conto che la famiglia è cambiata e che queste politiche sono a sostegno della famiglia e non tanto delle donne».
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