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19.09.2018 - 11:300

La rabbia di Quadri: "incentivi per assumere i rifugiati? Svizzeri discriminati!"

Mozione del leghista contro l'idea di aiuti a chi assume permessi B o F. "E quelli in assistenza vanno rimpatriati"

BERNA - Si chiama Eduard Gnesa ed è l’incaricato per i rifugiati e l’economia e già direttore della Segreteria di Stato della migrazione (SEM): è lui a suggerire di dare una mano alle aziende disposte a assumere persone rifugiate e a scatenare le discussioni. Oltre a parlare di maggiore informazioni e coaching per capire le potenzialità di chi è in possesso di un permesso B o F, propone migliori incentivi per chi sia disposto a dar loro un lavoro.

Farli lavorare, è evidente, è una delle mosse principali per la loro integrazione. Ma ovviamente non a tutti piace. Lorenzo Quadri non poteva esserne contento, e oggi si è già mosso.

Ha inoltrato una mozione al Consiglio Federale, dove “si chiede di abbandonare subito l’idea di versare sussidi a chi assume rifugiati, e dedicare invece le risorse che la SEM immagina di destinare a tale scopo alla promozione dell’assunzione di cittadini svizzeri. Mentre i migranti a carico dell’assistenza sociale vanno rimpatriati quanto prima”. Va anche oltre, dunque: chi è in assistenza, deve lasciare la Svizzera.

“Si torna a parlare di asilanti con permesso B a carico dello stato sociale. In effetti, nel 2017 a livello nazionale solo il 25% di essi svolgeva un’attività professionale. In Ticino la percentuale è ancora più bassa, e si aggira attorno al 15%. A seconda delle etnie, il tasso di occupati è ancora inferiore, fino a scendere a livelli irrisori. Basti pensare che, nel giro di 8 anni, i cittadini eritrei a carico dell’assistenza sociale sono aumentati di circa il 2300%. Ciò conferma come la stragrande maggioranza di queste persone non siano né integrate né integrabili nel nostro Paese”, snocciola un po’ di numeri.

E il fatto di proporre incentivi proprio non gli va giù. “Vista la difficile situazione occupazionale nelle regioni di frontiera svizzere, ed in particolare in Ticino, a causa della libera circolazione delle persone e conseguente sostituzione di lavoratori svizzeri/residenti con frontalieri, risulta incomprensibile un ulteriore sforzo finanziario, a carico del contribuente, con l’obiettivo – le cui chance di riuscita sono peraltro minime, data la scarsa quando non nulla integrabilità professionale delle persone in oggetto – di promuovere l’assunzione di rifugiati”.

“Tale iniziativa comporterebbe, evidentemente, una discriminazione dei cittadini svizzeri e residenti ad opera dello Stato. Occorre invece concentrare gli sforzi dell’ente pubblico nell’inserimento professionale dei cittadini elvetici”, ribadisce Quadri.

Che non ha dubbi: “gli asilanti a carico dell’assistenza sociale vanno per contro rimpatriati quanto prima: ed è su questo obiettivo che la SEM dovrebbe semmai intensificare gli sforzi. Questo anche allo scopo di conseguire importanti risparmi per tutti gli enti pubblici (Confederazione, Cantoni, Comuni), oltre che di scoraggiare l’immigrazione clandestina”.

La SEM deve usare invece quei fondi, a suo avviso, per aiutare gli svizzeri senza lavoro a trovarlo.

 

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