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29.05.2020 - 16:350
Aggiornamento: 17:22

Galeazzi sulla missiva Vitta-Fontana: "Sarà una mossa da tavolino di sasso? E la mia mozione sui ristorni..."

Il deputato, che ha depositato un atto parlamentare atto a bloccare i ristorni in caso di di non firma dell'accordo, è convinto che "accordi del genere non ci portano mai vantaggi: siamo sempre piegati a 90 gradi"

BELLINZONA – La lettera scritta a quattro mani da Christian Vitta e Attilio Fontana non è piaciuta né al di qua né al di là del confine.

Se ieri a prendere posizione erano stati alcuni deputati italiani, oltre ai sindacati, oggi sbotta Tiziano Galeazzi, autore di una mozione ancora pendente in Gran Consiglio (il relatore a favore dovrebbe essere Boris Bignasca) che chiedeva “di bloccare l'intero pagamento dei ristorni relativi all'anno 2019 e anni a venire, versando l'ammontare complessivo su un apposito conto vincolato presso la Banca dello Stato della Repubblica del Canton Ticino. Lo sblocco del versamento avverrà al momento della sottoscrizione da parte delle Istituzioni italiane dell'accordo parafato dai ministri delle finanze di Svizzera e Italia nell‘oramai lontano 2015”.

Ieri si è venuti a sapere che Vitta e Fontana hanno scritto ai rispettivi Ministri dell’Economia spingendo per far firmare l’accordo parafato nel 2015, con alcune modifiche che lo renderebbero “di mutuo vantaggio”, ovvero “un regime che preveda un’applicazione immediata del nuovo accordo per i nuovi lavoratori frontalieri e un regime transitorio per gli attuali frontalieri”, “almeno il 50% del gettito aggiuntivo generato dalla piena imposizione in Italia dei lavoratori frontalieri, al netto delle deduzioni previste dal governo italiano, viene conferito a Regione Lombardia”,”una lista di feedback a favore dei Cantoni svizzeri che accerti quale è stata l’imposizione fiscale italiana per i singoli contribuenti inclusi nella lista trasmessa dai Cantoni svizzeri” e “la quota di imposizione massima permessa alla Svizzera è del 70%”, da rivalutare, quando tutti i frontalieri saranno tassati in Italia, all’80%”.

Galeazzi sente puzza di bruciato: “Un accordo che da 5 anni è rimasto nel cassetto a Roma volutamente, tra cui la fumosa road map che avrebbe concesso alla Svizzera di poter operare con i propri servizi finanziari nel mercato italiano. Di questa road map nessuno parla più. Poi si viene a sapere di alcuni ritocchi sull'accordo, ma la possibilità di operare con servizi finanziari e assicurativi in Italia da parte nostra dov'è?”, si chiede.

“Chissà come mai, ma accordi del genere non ci portano vantaggi (questo fu barattato per lo scambio informazioni di clienti su richiesta)... Sempre piegati a 90 gradi. Oramai sembra che piaccia alla Svizzera. La mia mozione sui ristorni è attualmente in commissione della gestione e finanze è più che mai attuale. Mi auguro venga trattata a breve! Andreotti disse "a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”: ricordo che siamo nel periodo dello stacco dell'assegno 2019 sui ristorni all'Italia (decine di milioni). Sarà una mossa da tavolino di sasso tra il nostro Vitta e Fontana? Sto per staccar l’assegno 2019 ma....”, si chiede.

Ma è già sicuro. “Andrà a finire come sempre: assegno che partirà a fine estate, l'accordo 2015 resta dov'è, noi non potremo proporre servizi finanziari nel Belpaese e i frontalieri aumenteranno come ogni anno. Voilà”.

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