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Cronaca
02.09.2015 - 16:210
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Quella persona tetraplegica che si dipinge mentre trapassa le nuvole...

La scuola d'arte a Villa Luganese di Casimiro Piazza compie 10 anni, celebrati con un evento nel prossimo weekend. «Integrarli non è facile, una giornata da me per loro è una festa»

LUGANO - Nel 2002, l'artista ticinese Casimiro Piazza, reduce dal secondo infarto, si risvegliò in un letto d'ospedale, e, come ci racconta lui stesso, «avendo visto il mondo "dall'altra parte", e dato che mi hanno salvato, ho capito che dovevo fare qualcosa per la gente che soffre, soprattutto giovani che notavo in giro per le corsie». Il suo mondo è sempre stato l'arte, e attraverso di essa si è subito attivato per dare continuità al desiderio nato in ospedale. Sono passati dieci anni da quando ha fondato la Scuola di scultura e pittura Casimiro Piazza a Villa Luganese, che offre corsi per adulti ma soprattutto svariate attività, tutte gratuite, per persone diversamente abili. Un traguardo importante, che verrà celebrato con un evento sabato e domenica prossimi.Casimiro Piazza, quali sono le attività proposte dalla sua scuola?«Organizziamo corsi speciali per disabili, per esempio con allievi di scuole speciali come quella di Pregassona, o con persone reduci da gravi incidenti. Poi c'è anche la parte per adulti, in collaborazione con il DECS. Ma la maggior parte è dedicata, appunto, ai disabili. Siamo ben organizzati, ci sono delle assistenti sociali che sono presenti, una ogni due utenti, per darmi una mano nelle questioni pratiche, come aiutarli ad alzarsi o anche solo andare alla toilette».Quanto è importante ciò che lei fa nel processo dell'integrazione dei diversamente abili?«Integrare è importante. Parlando con istituti come quello di Neggio o l'OTAF, so che nelle loro strutture ci sono delle stanze dove vengono svolte delle attività artistiche. Il tutto rimane all'interno della struttura. Invece venendo da me escono, e per loro è come andare in vacanza. La loro gioia è evidente, e lavorando insieme non sento mai la stanchezza. Li vedi felici anche solo di vedere le opere, vivono una giornata di festa. È qualcosa di eccezionale ciò che ti donano, indescrivibile a parole».Oltre a far trascorrere loro una giornata speciale, l'arte e la cultura di per sé rappresentano degli aiuti per le loro patologie?«A mio avviso l'arte può essere una terapia. Penso a quanto solamente tenere in mano un pennello o una spatola può aiutare gente che da sola fatica ad alzarsi o a muovere un bicchiere».Si dice spesso che nell'arte si esprime ciò che si pensa. Ha mai mostrato delle opere a dei medici, per far sì che possano comprendere magari più facilmente i pensieri e le difficoltà di queste persone?«Certamente quello che si disegna in molti casi è emblematico. Se si tracciano delle righe di un certo colore, vuol dire qualcosa. Ho un amico tetraplegico che da 25 anni disegna tenendo in bocca un pennello, e mi dice che nei suoi quadri c'è lui che trapassa le nuvole, perché vorrebbe passare al di là di esse ma al contempo rimanere qui. Spesso disegnano dei puntini, che sono quelli che coprono il cielo nella loro visuale offuscata. Non mi è mai capitato di mostrare lavori a dottori, ho degli amici nel settore che vengono a trovarmi e a cui parlo di ciò che vedo a contatto con i disabili e racconto quello che mi dicono, ma non sono mai andato oltre».Nella società in generale, si fa abbastanza per integrare i disabili?«Ci sono alcune aziende che ne assumono alcuni, ma da ciò che vedo e sento si fa molto poco. Non è neppure facile, d'altronde».Nel weekend festeggerete i dieci anni e nel programma c'è una mostra di oltre 200 opere di vari artisti, e il ricavato della vendita andrà a sostenere la scuola. Le fa piacere che così tanti colleghi abbiano aderito?«La manifestazione servirà a ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato nel corso di questi dieci anni. Posso offrire i corsi gratis grazie al supporto di amici, sindaci, Municipi, Cantone, eccetera, la festa è per loro. Le mie opere vengono sempre vendute o regalate per supportare la scuola, e lo stesso succederà con quelle di questi artisti che me le hanno donate a favore del mio progetto. In molti credono nella mia idea, l'hanno presa a cuore e mi stanno dando una mano».Saranno presenti anche politici di varie cariche e partiti (Norman Gobbi, Luca Pagani, Filippo Lombardi, Fabio Abate, Marco Borradori, Giovanna Masoni, Peter Rossi, come indicato sul volantino di presentazione), cosa significa il loro supporto per la scuola?«Ho sempre pensato che la mia è una politica sociale e culturale. Partecipo spesso agli eventi dei partiti, di tutti, e ho conoscenze e amicizie in tutti gli schieramenti, che vengono a trovarmi. Invio sempre lettere e inviti a tutti, per far capire che è anche grazie al loro aiuto che posso continuare. La loro presenza è un grande segno per me».Si dice che lei stia già cercando un sostituto per quando non se la sentirà più di continuare... . Non sarà un'eredità facile, visto che c'è molto di Casimiro Piazza in questa scuola.«Sono in contatto con chi potrà eventualmente proseguire. È difficile, poiché pesa soprattutto il mantenimento del capannone che ho in affitto. Certo, io ho investito tutte le mie risorse qui, anche emotive. Lo si vede facendo un giro per la scuola, con i lavori dei disabili appesi, è come un film che gira in continuazione e dice molte cose».
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