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Cronaca
11.09.2015 - 18:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

LAC, la parola passa alla cultura

Dalla Comsa al caso Burgarella, dalle polemiche leghista sino a Finzi Pasca, tutto su un investimento cruciale per la cultura ticinese. Una sfida da vincere che oltre confine apprezzano già.

LUGANO - Il conto alla rovescia per l'inaugurazione del LAC di Lugano è ormai agli sgoccioli: domani sarà ufficialmente aperto il nuovo centro culturale, nelle intenzioni uno dei più importanti d'Europa Il progetto ha origini lontane, addirittura nasce una ventina d'anni or sono con l’acquisto del terreno dove sorge il Palace (che è stato restaurato grazie alla volontà popolare). Quando il Dicastero cultura e degli enti culturali di Lugano era nelle mani di Giuliano Bignasca. Per quello che era allora chiamato Nuovo Centro Culturale, si preventivava di spendere nel 2004 180 milioni di franchi. Il museo, inizialmente, era solamente civico, senza il coinvolgimento del Cantone. Trovata la collaborazione del Cantone, si è tornati al progetto originario, che Giovanna Masoni Brenni, divenuta capo dicastero, aveva tagliato, dei tre livelli. Nel 2009 il LAC ha assunto il suo nome attuale (acronimo di Lugano Arte e Cultura), e una delibera ha assegnato i lavori alla ditta spagnola Comsa. Molte le polemiche nel corso degli anni con la ditta, fino alla facciata con delle imperfezioni, pagate dalla stessa Comsa, fino alla rivelazione dell'impresa di aver perso 23,5 milioni di franchi nel cantiere del LAC. I costi sono stati spesso al centro di battibecchi in particolare fra la Lega, con Attilio Bignasca, e il Municipio. Contestata era stata anche la nomina, poi revocata, quale responsabile eventi di Claudia Burgarella, addetta stampa del Dicastero sport della Città di Lugano. Il complesso, progettato dall'architetto Ivano Gianola, è definito da più parti il più ingente investimento in campo culturale e sarà un centro e all'avanguardia, votato alla produzione artistica e all’incontro tra le arti. Affacciato sul lago, appare perfettamente integrato dal punto di vista urbanistico. Il direttore sarà Michel Gagnon, 57 anni, canadese, e il primo ingaggio di un pezzo da novanta è stato quello di Daniele Finzi Pasca e della sua compagnia, che usufruiranno degli spazi per creare i loro spettacoli in periodi in cui le sale teatrali non saranno occupate dalle stagioni del teatro e della musica. Finzi Pasca è stato tra l'altro l’autore ed il regista della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Torino del 2006. Nello Spazio-1 si potrà ammirare la collezione Olgiati, e le proposte artistiche toccheranno diversi ambiti, dalla musica all'arte, con un teatro, spazi espositivi e museali, sale polifunzionali e molto altro. Ospiterà diverse istituzioni culturali, da "LuganoMusica" (nuova denominazione di «Lugano Festival»), a "LuganoInScena" sino il costituendo "Museo d’Arte della Svizzera Italiana". Non mancherà un programma di mediazione culturale, chiamato LAC Edu, che prevede momenti di apprendimento, emozione e divertimento, attraverso un approccio interattivo e dinamico, con percorsi e laboratori didattici, percorsi interdisciplinari, workshop, spettacoli informali con presentazioni e lecture d’oeuvre nei vari ambiti artistici. L'investimento, sostenuto da pubblici e privati (con l'importante partecipazione UBS e Credit Suisse), è costato circa 200 milioni. Anche la gestione sarà un mix di pubblico e privato, una formula che dovrebbe garantisce una maggiore efficacia, favorendo la flessibilità operativa e promuove un maggiore coinvolgimento del settore privato. Negli anni 2016-2018 la partecipazione finanziaria della Città a questo ente, chiamato ente autonomo di diritto comunale LAC Lugano Arte e Cultura, prevede la messa a disposizione di un contributo di CHF 14'500'000.- (CHF 4'500'000.- per il 2016 e CHF 5'000'000.- il 2017 e il 2018). Se perplessità e dubbi non mancano in Ticino, oltre confine si è capito che il progetto è di quelli importanti. Varesenews, per esempio, l'ha definito "senza dubbio l’intervento più rilevante degli ultimi anni per la città ticinese e forse per l’intero cantone", e qualcuno si spinge ad additarlo come esempio per la cultura di Varese e Como, sicuro che saprà attirare turisti da tutto il mondo, compresi gli italiani. Dopo tanta attesa, domani il sipario si aprirà, e dopo anni di parole e polemiche, finalmente la cultura la farà da padrona. Una scommessa che potrà fare la differenza e che Lugano, e il Ticino tutto, vogliono e devono vincere.
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