Caso epatite C al Civico, EOC rinviato a giudizio

BELLINZONA - Non è un bel momento per il Civico: l'EOC è stato infatti rinviato a giudizio per la vicenda dei tre pazienti che contrassero l'epatite C nell'ambito di esami di Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) con iniezione endovenosa di un mezzo di contrasto. Il Ministero Pubblico ha esaminato la vicenda e oggi ha diramato un comunicato in cui si dice che «il Procuratore Generale John Noseda ha rinviato a giudizio, dinanzi alla Pretura penale del Canton Ticino, l'Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) rappresentato dal suo Direttore generale. Nei confronti dell'EOC si ipotizza il reato di lesioni colpose gravi, subordinatamente di lesioni colpose semplici, in base dell'articolo 102 del Codice penale che regola la responsabilità dell'impresa». «Questo è accaduto, secondo l'accusa, per colpevole negligenza e in violazione delle più elementari regole nell'utilizzo del materiale sterile e delle linee guida internazionalmente riconosciute in materia di prevenzione della trasmissione di agenti patogeni», spiega il Ministero, che non è riuscito, nonostante approfondite indagini, a risalire all'operatore sanitario responsabile dell'evento. Dunque, «in base alle perizie, a causa di una carente organizzazione interna, non rispettosa della norma ISO 9001: 2000 pur adottata al momento dei fatti dal Servizio di radiologia citato». L'EOC, dal canto suo, respinge le accuse e contesta l'applicabilità dell'art. 102 del Codice penale. Recentemente, sempre al Civico, 45 pazienti sono richiamati per ulteriori esami dopo essersi sottoposti a prove di gastroenterologia: due erano malati di epatte, e, causa attrezzi non debitamente sterilizzati, 16 altre persone potrebbero (anche se il rischio è minimo, ripetono sempre dall'EOC) averla contratta. Il responsabile sarebbe stato sospeso. Ci saranno strascichi anche in questo caso?