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Cronaca
02.05.2016 - 17:460
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Il recupero di un cane e due versioni: cos'è successo a Vacallo?

Un Pastore Belga Tervueren, appartenente a un italiano, si è smarrito: un testimone denuncia i metodi usati dai volontari della SPAB per portarlo al rifugio di Gnosca, Besomi ribatte

VACALLO - Un cane, smarrito, rintanato da due ore sotto un tavolo di un'osteria. Era sfuggito al proprietario, un italiano, sabato 23 aprile. La persona che lo ha trovato ha chiamato la Protezione animali di Bellinzona, la quale avrebbe, a suo dire, maltrattato l'animale. Il signor Cianca, colpito da quanto visto, ha inviato ad alcune redazioni di media il racconto di cosa era successo, non è tardata ad arrivare anche la versione, sotto forma di lettera indirizzata allo stesso testimone oculare, di Emanuele Besomi, presidente SPAB. L'uomo accusa i volontari intervenuti di avergli come prima cosa messo un collare a strozzo, con l'animale che sarebbe riuscito a indietreggiare, e solo al secondo tentativo da parte di un presente, non della SPAB, l'operazione sarebbe andata a buon fine. Besomi replica che il cane in questione era un Pastore Belga Tervueren, caratterizzato anche per un carattere nervoso. "L’utilizzo di un collare a strozzo è una prima misura di sicurezza per evitare che il cane in caso di rinculo possa sfilare il collare e fuggire, magari finendo investito da una vettura. Dopo un paio di tentativi infruttuosi di infilare il collare da parte del nostro volontario, si è deciso di lasciar provare alla persona che da due ore aveva il cane rintanato tra le sue gambe e con il quale il cane aveva preso un po’ di confidenza. Una volta infilato il collare, il cane ha subito reagito indietreggiando, cercando di divincolarsi: classica mossa di cani non abituati al passeggio con il guinzaglio. Per cui la decisione di utilizzare il collare a strozzo si è dimostrata corretta", aggiunge. L'animale non ha voluto, prosegue Besomi, seguire al guinzaglio l'uomo che gli ha messo il collare, mentre Cianca sostiene che abbia mangiato dei croccantini portati da lui, e che gli sarebbe stato intimato di allontanarsi perché nessuno si sarebbe preso la responsabilità in caso di morso. "Nessuno aveva chiesto loro di assumersi alcuna responsabilità, anche perché il cane verso tutti gli altri, tranne i due operatori, continuava a dimostrarsi impaurito sì, ma ben disposto alle carezze e alle parole dolci. In un batter d'occhio compare l'accalappiacani". Dettaglio confermato anche da Besomi, "visto l’aumentare del nervosismo, le pupille dilatate e il sempre più frequente lieve sollevamento delle labbra del grosso cane". E qui le versione divergono ancora: se secondo il testimone, mentre veniva trascinato verso il furgone, "tenta di divincolarsi e a causa della paura, del dolore, del terrore, guaendo ha perso il controllo delle feci e dell'urina". Besomi garantisce che non sono avvenuti maltrattamenti né fisici né psicologici. Cianca torna a casa con il dubbio che siano stati violati i diritti degli animali, e quando chiama il rifugio degli animali di Gnosca, dove il cane è stato portato, gli dicono che è fuggito. Lo cerca, invano, e poi il giovedì contatta il proprietario, che spiega di averlo a casa. Besomi invece sostiene che all'uomo era stato fissato un appuntamento per il giovedì, e lui si è presentato il mercoledì, e "nonostante, personalmente occupato sul posto di lavoro, sono volentieri giunto al rifugio e con lei ho potuto personalmente parlare per oltre 30 minuti dell’accaduto, spiegandole quanto sopra riportato", gli scrive. Due versioni diverse di un recupero, dunque. La SPAB sottolinea come "la cronaca è piena di casi dove un cane senza nessuna causa plausibile morda improvvisamente bambini o adulti" e come, pur "comprendo molto bene che la sensibilità di ogni singolo porta a vedere ed interpretare azioni di altri in modo più o meno positivo. Non bisogna però dimenticare che un cane in situazioni di stress è guidato principalmente dall’istinto e non dalla razionalità. Questo ci obbliga, a tutela della nostra incolumità, all’utilizzando dei mezzi necessari proporzionati alla situazione". Il proprietario, anzi, favorevolmente impressionato, avrebbe anche adottato un gatto dal rifugio. Cianca invece si augura che "le autorità preposte ai controlli dell'applicazione della legge suddetta, verifichino in profondità l'operato di queste associazioni private, che dovrebbero proteggere gli animali, ma in questo caso hanno procurato paura e dolore, con molta negligenza". Si vedrà se vi saranno sul serio verifiche, o se la presa di posizione di Besomi basterà a spiegare l'accaduto. Il cane, ed è il fattore più importante, è a casa e sta bene.
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